Continua la corsa della Juventus: settima vittoria su 8 partite, 25° risultato utile casalingo consecutivo. Battuto un Bologna dignitoso (con il condottiero Mihajlovic in panchina) per 2-1, prodezza di Ronaldo, pari di Danilo e gol decisivo di Pjanic su errore di Soriano. Ma nei minuti di recupero la Juve ha rischiato di rovinare tutto: un gomito in area di De Ligt non punito dal Var e miracolo di Buffon al 94’.
LA PARTITA
Un doppio giallo finale ha rischiato di rovinare il sabato alla Juventus e ai suoi tifosi. Minuti di recupero, intervento scomposto di De Ligt, rimbalzo fasullo, palla sul gomito. Silent check veloce e niente rigore. Ma non è finita qui, perché al 94’ un miracolo di Buffon ha salvato la Juve su un’acrobazia di Santander. Sarebbe stato un esito incredibile, perché dopo un primo tempo giocato alla pari, la Juventus ha dominato e sprecato molto nella ripresa, rischiando di sprecare tutto proprio quando il Bologna si è lanciato in avanti più con la forza della disperazione che con quella delle idee.
Campi così sono i meno adatti all’applicazione del Sarrismo spinto. Terreno inzuppato, zolle pronte a saltare in qualunque momento, rimbalzi infidi: condizioni sfavorevoli che la playstation della Continassa non può simulare in settimana senza l’aiuto del meteo. L’ambiente sembra molto più adatto al guerriero Mihajlovic e ai suoi legionari, attentissimi a inaridire le fonti bianconere, sempre pronti a ripartire con furia corsara. Un Sarri nervosissimo si rode dentro nel primo quarto d’ora, fino a quando Cristiano Ronaldo non gli spiega con un disegnino che si può segnare anche senza fare 24 passaggi consecutivi. Fa tutto lui e tanto basta per il vantaggio.
Ha ragione Sarri a non fidarsi, vede che qualcosa non funziona. C’è però una via di mezzo tra la perfezione della trama che ha portato al gol della vittoria a San Siro e gli scarabocchi che si vedono contro il Bologna. Pjanic non riesce a far girare il pallone come gli viene chiesto, soffocato dall’aggressività si Soriano a tutto campo. Qualcosa di più si vede sulla catena di sinistra quando si forma la verticale Alex Sandro-Ronaldo, ma non abbastanza per assumere il comando delle operazioni. Tutto questo non c’entra direttamente con il gol del Bologna, che arriva da una palla inattiva e con la prodezza di un difensore (Danilo), ma c’entra sicuramente con la difficoltà nel trovare nuovi sbocchi. Dal 26’ alla fine del primo tempo il portiere rossoblù Skorupski impiega il suo tempo più a dolersi sul mezzo errore commesso in occasione del gol piuttosto che a tamponare iniziative bianconere.
Un’eterna regola scritta del calcio dice che se si imposta una partita sul concetto di contenimento non bisogna commettere mezzo errore, altrimenti salta tutto per aria. Mihajlovic che è uomo d’esperienza lo sa ma non può fare altro che andare avanti sulla stessa lunghezza d’onda, non può certo pensare di buttare dentro un paio di attaccanti e andare di là a far paura. Il pari sarà anche stato casuale, ma va benissimo così. Però, appunto, per centrare un obiettivo del genere occorre che il margine d’errore venga ridotto allo zero assoluto. Impresa quasi impossibile che certo Mihajlovic non pensava di buttare all’aria con un errore di Soriano, giocatore che per quasi un’ora gli ha dato grandi soddisfazioni in marcatura su Pjanic. Passaggio sbagliato e palla agli altri proprio nell’area del Bologna, troppo facile per lo stesso Pjanic appoggiare in porta un pallone pesantissimo.
Dalla spietatezza di quel gol all’assalto sistematico della porta avversaria, l’ultima mezz’ora è l’esibizione di una Juve molto più sarriana rispetto a quella del primo tempo, capace di lunghi possessi palli ai limiti dell’ipnotismo ma anche di accelerazioni improvvise dei suoi campioni. Almeno un paio di occasioni a testa per Ronaldo e Higuain, almeno tre parate pesanti di Skorupski, in sintesi l’ennesima dimostrazione di una realtà inequivocabile: la Juve è sempre la squadra più forte e Sarri sta entrando definitivamente nel mondo bianconero.
LE PAGELLE
RONALDO 7 – Gli mancava il Bologna tra le squadre colpite in carriera. Ha provveduto molto in fretta, meno di venti minuti e anche questa pratica è stata risolta. Tutto da solo, palla recuperata, scatto di forza, palla precisa nell’angolino. Giusto modo per iniziare il suo ottavo centinaio di gol in carriera. Potrebbe arrivare anche il bis di testa nella ripresa, se non ci fosse Skorupski attentissimo. Stessa cosa a meno di dieci minuti dalla fine, con un sinistro splendido.Quando la palla è nella sua zona, qualcosa succede sempre.
DANILO 6,5 - Il verde è il suo colore preferito. Lo vestiva con il Palmeiras e lo portava addosso nel soprannome che gli avevano appiccicato in Brasile (lo sceriffone verde). Con la maglia verde addosso segna il gol dell’1-1 da attaccante vero, tiro di controbalzo preciso come un treno svizzero.
ALEX SANDRO 7,5 – In questa stagione più che mai si nota la differenza tra quando c’è e quando non c’è. Non essendoci alternative serie, il suo apporto sulla fascia sinistra è qualitativo e quantitativo. Parla una lingua molto simile a quella di Ronaldo e lo si capisce quando entrambi si trovano sulla corsia sinistra. Perfettamente sincronizzati e sempre pronti a creare brontolii di stomaco alla difesa avversaria.
HIGUAIN 7 – Se il dubbio era la sua intesa con Ronaldo, ormai questo fa parte del passato. Con Cristiano tutto bene e la scelta del Pipita titolare era quasi scontata, non essendo reduce da viaggi intercontinentali. Là davanti sa sempre come muoversi, anche se l’estrema densità di maglie avversarie negli ultimi venti metri non è esattamente un habitat ideale per lui. Quando gioca a due tocchi è capace di delizie, come fa sul 2-1 quando stoppa e cambia lato per Khedira, con successivo tiro parato. Sapienza calcistica pura, anche se non arriva il gol.
KREJICI 5 – Quello di terzino sinistro non è esattamente il suo mestiere, lo si nota in maniera abbastanza evidente dalla difficoltà nel tenere la linea difensiva e da qualche errore nei sincronismi, uno dei quali apre la strada al gol dell’1-0 di Cristiano Ronaldo.
PALACIO 6,5 – Verrebbe quasi da chiedere: ma chi glielo fa fare? A 38 anni ha l’infinita pazienza di starsene lì davanti, stoppare il pallone con le spalle alla porta, evitare le scarpate sulle caviglie, aspettare l’arrivo dei compagni, temporeggiare e poi sognare di smarcarsi. Sacrifici che gli fanno onore e gli valgono un elogio, ma chissà se si diverte ancora giocando così.
PJANIC 7 – I grandi giocatori possono permettersi di fare qualcosa che non rientra al cento per cento nelle loro mansioni tradizionali. Grande sofferenza per la marcatura stretta di Soriano a tutto campo, sofferenza che non gli fa perdere la lucidità. Il gol del 2-1 non è un gol alla Pjanic, di quelli che lasciano a bocca aperta per potenza e precisione. È un piattone destro appoggiato nell’angolino, da biliardo.
RABIOT 5 - Non ha ancora trovato l’equazione giusta per risolvere il problema del suo inserimento definitivo. Ha dei colpi e si vede, quello che gli manca è l’attenzione , più un minimo di consequenzialità dei suoi movimenti rispetto a quelli dei compagni. Lo Stadium comincia a prenderlo di mira con qualche fischio e sarebbe bene dare una svolta al più presto.
SORIANO 5 – Per quasi un’ora sicuramente Mihajlovic dentro di sé avrà immaginato tantissimi elogi per il suo giocatore, trasformatosi in ombra scomodissima del playmaker Pjanic per tagliare rifornimenti agli avversari. Poi chissà quanti accidenti gli sono arrivati, quando proprio da Soriano è arrivato lo scellerato retropassaggio proprio di Soriano, dal quale è arrivato il gol. Proprio di Pjanic.
SKORUPSKI 6,5 – Ha qualche responsabilità sul gol di Ronaldo, ma nel secondo tempo si riscatta con una serie di interventi che contengono tecnica, esperienza e soprattutto grande coraggio.
BUFFON 8 – Fino al 90’ sarebbe stato un senza voto, massimo un 6 di stima. Ma quella parata pazzesca al 94’ sull’acrobazia di Santander vale più di mille parate normali. È un volo che vale due punti, la firma di un fuoriclasse vero su una serata che doveva essere di ordinaria amministrazione e che rischiava di diventare un mezzo disastro.
IL TABELLINO
JUVENTUS-BOLOGNA 2-1
JUVENTUS (4-3-1-2): Buffon 8; Cuadrado 6,5, Bonucci 6, De Ligt 5,5, Alex Sandro 7,5; Rabiot 5 (25'st Matuidi 6), Pjanic 7, Khedira 6,5 (16'st Bentancur 6); Bernardeschi 6; Higuain 7 (37' Dybala sv), Ronaldo 7. A disp: Szczesny, Pinsoglio, Rugani, Danilo, Demiral, Matuidi, Emre Can, Dybala. All: Sarri 7.
BOLOGNA (4-2-3-1): Skorupski 6,5; Krejci 5, Bani 6, Danilo 6,5, Mbaye 5; Svanberg 6 (35'st Skov Olsen sv), Poli 6 (37' Dzemaili sv); Sansone 5 (36' Santander 6), Soriano 5, Orsolini 5,5; Palacio 6,5. A disp: Da Costa, Corbo, Denswill, Dzemaili, Paz, Santander, Sarr, Schouten, Skov Olsen. All: Mihajlovic 6,5.
Arbitro: Irrati
Marcatori: 19' Ronaldo, 26' Sansone, 9'st Pjanic
Ammoniti: Rabiot, Bentancur (J), Sansone (B)
Espulsi:
LE STATISTICHE
Escludendo 2004/05 e 2005/06, questa è la quarta volta che la Juventus raccoglie almeno 22 punti nelle prime otto giornate di Serie A nell’era dei tre punti a vittoria (nelle precedenti tre ha sempre vinto lo Scudetto, 2012/13, 2014/15 e 2018/19).
Il Bologna aveva subito 21 tiri nello specchio nelle prime 7 giornate, ne ha concessi 10 stasera.
Pjanic ha già segnato più gol in questa Serie A (3 in 8 presenze) che nello scorso campionato (2 in 31 gare).
Nell'era dei 3 punti a vittoria (dal 94/95) soltanto Montella (31 gare), Ronaldo (32), Diego Milito (33), Shevchenko (33) hanno impiegato meno partite di Serie A rispetto a Cristiano Ronaldo (38) per raggiungere quota 25 reti.
Tra chi ha segnato almeno 25 gol in Serie A con la Juventus dal 1994/95 ad oggi, Cristiano Ronaldo è quello con la miglior media reti (0.66 a match).
Ronaldo con questo gol ha segnato a 17 delle 20 squadre affrontate in Serie A (gli mancano solo Roma, Cagliari e Chievo).
Ronaldo non segnava un gol in un primo tempo di Serie A da febbraio contro il Parma. Tutti gli ultimi otto erano arrivati nella ripresa.
Tutti gli ultimi 6 gol di Cristiano Ronaldo in tutte le competizioni con la Juve sono arrivati in casa (inclusi i 5 realizzati in questa stagione tra Serie A e Champions).
In 4 delle 5 partite in cui la Juventus ha subito gol in questo campionato, la rete è arrivata con il primo tiro nello specchio avversario (fa eccezione il Napoli).
Due degli 11 gol di Danilo in Serie A sono arrivati contro la Juventus: contro nessuna squadra ha segnato di più nel massimo campionato.