Non basta riporre in un cassetto un cd per cancellare un'abitudine consolidata nel tempo. Un vizio, per alcuni, atavico: l'Inter domina il Sassuolo per tre quarti di partita e poi, improvvisamente, rischia di compromettere tutto, tornando infatti pazza per quindici lunghissimi minuti di grande paura. Un calo fisico e mentale che per poco non comprometteva una buonissima prestazione, almeno fino al rigore del 4-1 di Lautaro. Qualche sbavatura, è vero, già c'era stata, ma nel complesso ben oscurata da giocate collettive e individuali che avevano sin lì legittimato il risultato.
Dominante, su tutti, Lautaro Martinez, attaccante totale, clamorosamente esploso dopo il gol contro il Barcellona e da allora sempre da 8 in pagella: bravo sotto porta, prezioso nel dialogo coi compagni, lottatore e rifinitore nel contempo. Piedi buoni, senso del gol, garra sudamericana. E bene, in una squadra (ricordiamolo) orfana del suo faro a centrocampo (a proposito, in conferenza stampa il vice di Conte, Cristian Stellini, ha lasciato aperta la porta al recupero di Sensi per il match di Champions col Dortmund) anche nella zona nevralgica del campo, con il maratoneta Brozovic capace come pochi di interdire e costruire senza sosta.
E indicazioni più che positive anche da Lukaku (non solo per i due gol) e Candreva, instancabile pendolino di fascia. Insomma, tutto bene fino alla mezzora della ripresa. Con qualcosa magari da rivedere in fase difensiva, ma tutto sommato bene. Poi il buio, coinciso con l'ingresso in campo di Lazaro.
Un black-out di certo non legato esclusivamente all'entrata in campo dell'esterno austriaco, sia chiaro, ma senza dubbio il pallone immediatamente perso dall'ex Hertha Berlino, errore che ha dato il via all'azione del 2-4, ha contribuito a impaurire l'Inter. Ma da questo momento in poi, al di là di un giudizio negativo sul singolo (che anche con lo Slavia Praga aveva mostrato limiti caratteriali e tecnici) è stato il calo collettivo a colpire e impressionare negativamente.
Calo fisico e mentale, con un'Inter improvvisamente intimorita, ripiegata, stanca e confusa. Incertezze pesanti che con il Sassuolo alla fine non sono costate i tre punti ma che contro il Dortmund difficilmente non risulterebbero letali. E quindi, come ha detto Stellini chiamato a sostituire il febbricitante Conte nel post partita, incertezze da analizzare con attenzione. Perché per la pazzia, in quest'Inter, non dove esserci più spazio.