Ibrahimovic, ancora lui. Sempre lui. A dicembre si libera, a gennaio può accasarsi altrove, lasciando Los Angeles. Ha 38 anni e un'autostima tanto grande da oscurare l'anagrafe. Ama l'Italia e, parole sue, ci tornerebbe volentieri, convinto di poter fare ancora la differenza. Ha già strizzato l'occhio al Napoli e all'Inter, si vocifera poi di una chiamata da Bologna, direttamente da Mihajlovic.
Zlatan si autopromuove, primo estimatore di se stesso. E poi c'è il Re Mida Raiola che tiene i contatti più diretti e tesse la nuova tela dorata pronta ad avvolgere una volta ancora il suo assistito. Il procuratore dello svedese ha così sondato vari terreni nelle ultime settimane, tra questi anche (e forse soprattutto) quelli di Appiano Gentile che Ibra ha già proficuamente calcato in passato. Tre settimane fa - riporta a tal proposito Il Giornale - una telefonata con l'ad dell'Inter Beppe Marotta si sarebbe chiusa con un "risentiamoci" propedeutico a un più esaustivo colloquio in vista del mercato di gennaio.
Un'apertura che oggi, tenuto conto della lunga convalescenza di Sanchez (ai tempi della telefonata in questione il cileno stava oltretutto entrando a pieno regime negli schemi di Antonio Conte), lascia immaginare possibili e concreti sviluppi. Anche perché, interrogato proprio sulle qualità di Ibra, lo stesso Conte non ha affatto chiuso la porta: l'allenatore nerazzurro ha solo difeso il suo gruppo, è vero, ma in sostanza non ha proferito un no all'ipotesi Zlatan.
Poi, di certo, ci sono le questioni contrattuali da affrontare, con le richieste di Raiola: contratto di 2 anni e mezzo ed emolumenti che partano dai 6 milioni e solo successivamente vadano a scendere, in prossimità cioé dei 40 anni di Ibra. L'Inter - precisa sempre Il Giornale - ragionerebbe invece sulla base di un accordo di 18 mesi e per lo stipendio chiuderebbe sensibilmente i cordoni della borsa. Ma questo ci sta, fa parte delle trattative. Ciò che conta è che, considerando un utilizzo mirato e programmato, l'idea stuzzica e affascina.