Il Barcellona con qualche fatica di troppo vince per 2-1 sul campo dello Slavia Praga e resta capolista nel Girone F di Champions League, a +3 sull'Inter: dopo il gol di Messi arriva il pareggio di Boril, decisiva una sfortunata autorete di Olayinka. Nel Girone E del Napoli il Liverpool strapazza il Genk (4-1, con doppietta di Oxlade-Chamberlain e reti di Mané e Salah), ma rimane secondo alle spalle degli azzurri che hanno un punto in più.
GIRONE E
Il Liverpool fa il suo dovere e vince autorevolmente sul campo del Genk, ma non basta a tornare in testa al raggruppamento dopo la vittoria del Napoli a Salisburgo. La squadra di Klopp ha fretta di vincere, tanto che già al 2' sblocca la partita: Fabinho serve Oxlade-Chamberlain in una posizione apparentemente innocua a 20 metri dalla porta, ma il nazionale inglese si inventa un rasoterra lento quanto letale che attraversa tutta l'area e si infila nell'angolino. Il Genk fatica terribilmente a reagire di fronte ai Reds, che con grande tranquillità gestiscono il vantaggio. Quando poi si portano in avanti fanno paura, come in occasione di una mischia furibonda che per poco non produce il raddoppio di Mané. Improvvisamente, però, il Genk si porta in avanti e fa male: Ito si propone a destra, Samatta di testa scaraventa in rete, ma il Var annulla per fallo su Milner. Il Liverpool capisce quindi di non potersi fidare del minimo vantaggio, e al 57' raddoppia con il solito Oxlade-Chamberlain, che questa volta si inventa una palombella imparabile da fuori area. La partita è a questo punto in ghiaccio e i Reds possono permettersi di divertirsi: al 77' i califfi di Klopp avanzano palleggiandosi il pallone tra loro e alla fine è Salah a servire nello spazio Mané per il tocco sotto che non lascia chance al portiere di casa. All'87' c'è quindi gloria anche per Salah, che viene servito spalle alla porta da Mané, lascia sul posto i due centrali e libera un rasoterra dolcissimo che bacia il palo e entra in porta. All'88' segna Odey per il Genk, ma solo i libri di statistica se ne ricorderanno: la verità è che il Liverpool fa paura. Ma è dietro al Napoli.
GIRONE F
Non ci sono partite facili in Champions League: lo sa l'Inter (che con lo Slavia Praga ha pareggiato) e lo scopre anche il Barcellona, che batte la presunta cenerentola del girone soffrendo però dal primo all'ultimo minuto. La formidabile squadra catalana sembra voler sbrigare velocemente la pratica ceca e attacca poderosamente sin dai primissimi minuti. E al secondo tentativo passa: Sevcik sotto pressione sbaglia tutto nella peggiore posizione possibile, Messi capisce tutto, triangola con Arthur e con un morbido sinistro scarica in rete. Siamo al 3' minuto e la partita sembra già in cassaforte. In realtà non è così, e il Barça ben presto se ne accorge: Lo Slavia infatti dopo qualche minuto di apnea attacca con convinzione. Ter Stegen addirittura è costretto al miracolo dopo un'azione corale partita da Sevcik e conclusa dal gran tiro di Zeleny dopo l'assist di Boril. Lenglet e soprattutto Suarez spaventano i padroni di casa, e i blaugrana quando attaccano fanno paura. Lo Slavia però resiste e rimane nella partita: addirittura prima dell'intervallo Ter Stegen deve superarsi due volte, prima su Masopust e poi su Olayinka. Lo stesso Masopust, a pochi istanti dall'intervallo, vanifica un errore di Piqué e conclude di poco a lato. Il pareggio, meritatissimo, arriva quindi al 50', quando Masopust viene servito al limite dell'area, attira su du sé tre difensori del Barcellona e tocca per l'accorrente Boril che timbra l'1-1. Il sogno dura poco, però, perché già al 57' il Barça si riporta avanti: il gol è casuale e fortunoso, con Messi che batte una punizione verso il defilatissimo Suarez che tira contro Olayinka e il pallone finisce in porta. La partita si innervosisce e i blaugrana tornano in controllo: addirittura Suarez e Messi si divorano il tris. Il finale però è tutto davanti a Ter Stegen, che mura su Soucek e Olayinka. Quindi al 95' Husbauer ha la palla giusta, ma la tira sul fondo. E il Barcellona vince, ma che fatica.