Un’altra doppietta di Gabigol, un’altra vittoria del Flamengo. Ma stavolta vale doppio, triplo, quadruplo. Il 5-0 sul Gremio, oltre a fare esplodere il Maracanà e a scatenare una festa inarrestabile durata tutta la notte per le strade di Rio de Janeiro, ha consentito alla squadra rossonera di centrare la finale di Copa Libertadores dopo 38 anni di astinenza. L’ultima volta fu nel 1981 e a guidare il Fla c’era nientemeno che un certo Zico. E allora come oggi il Cile fa parte di questo momento magico. Nel 1981 la finale venne giocata e vinta contro i cileni del Cobreloa, stavolta la coppa verrà consegnata (ordine pubblico permettendo) a Santiago il 23 novembre, avversario il River Plate.
I SOLDI PER GABIGOL
Il 2019 di Gabigol è stato straordinario. Con la doppietta al Gremio è ora capocannoniere della Coppa Libertadores con 7 gol all’attivo. Nel campionato brasiliano, che il Flamengo comanda saldamente, il medesimo Gabriel Barbosa è ancora capocannoniere con 19 gol. Titolo nazionale e titolo di “artilheiro” adesso sono praticamente scontati. Il Flamengo sta facendo l’impossibile per poter riscattare l’attaccante, che è di proprietà dell’Inter e in prestito gratuito fino al 31 dicembre. La prima offerta del presidente del Fla al club nerazzurro è stata di 22 miliioni, ritenuta troppo bassa anche perché nel frattempo lo Schalke 04 ha fatto sapere attraverso il procuratore Junior Pedroso di essere disposto a offrire di più. Avvicinandosi ai 30 milioni. Ma la qualificazione del Flamengo per la finale porterà nelle casse del club circa 24 milioni di euro che consentiranno sicuramente ai dirigenti rossoneri di formulare un’offerta più alta. Gabigol ha uno stipendio da 3,5 milioni l’anno, elevatissimo per il Brasile, ma tra la fine di novembre e l’inizio di dicembre il suo club potrebbe essere ricoperto d’oro se dovesse vincere la finale di Libertadores contro il River Plate ed espetare la formalità di chiudere vittoriosamente il campionato nazionale brasiliano, risultato praticamente scontato. Ovviamente Gabigol ha molta voglia di andare avanti con gli stessi colori. È un idolo assoluto della tifoseria, che dai tempi di Zico non si esaltava così tanto per un giocatore.
IL MISTERO INTERISTA
Resta da capire fino in fondo il motivo (o forse i motivi) del clamoroso fallimento messo in scena da Gabigol ai tempi dell’Inter, con quell’unico gol segnato a porta vuota sul campo del Bologna. Forse si può riassumere tutto in tre punti molto semplici: 1) la giovane età del ragazzo all’epoca, età che lo portava a comportamenti un po’ superficiali anche all’interno dello spogliatoio, dove veniva ritenuto un po’ presuntuoso; 2) il mancato ambientamento e adattamento allo stile di vita e di lavoro del calcio italiano, decisamente diverso da quello del suo Paese; 3) il totale caos ambientale nel mondo Inter, con un passaggio di proprietà appena avvenuto e una serie di cambi in panchina da De Boer a Vecchi, da Vecchi a Pioli e da Pioli di nuovo a Vecchi. A distanza di tre anni, Gabigol è diventato adulto, ha trovato consapevolezza nei propri mezzi e ha anche imparato a stare in campo in una maniera molto più europea.
I SEGRETI DI JESUS
Tra i segreti di questo Flamengo e in particolare della rinascita di Gabigol c’è sicuramente il lavoro dell’allenatore Jorge Jesus. Chiamato dal presidente Rodolfo Landim nello scorso giugno, il portoghese ha completamente rivoluzionato la precedente idea di calcio. Non gli basta vincere le partite: le domina e le stravince. Il Flamengo ha una media del 70% di possesso palla durante la partite, ma è un possesso palla che a differenza di altri suoi colleghi comprende una parte di verticalizzazione selvaggia. La palla gira, ma appena Gabigol con grande intelligenza tattica va a occupare lo spazio è giusto, arriva dritta a lui e si può correre tutti ad abbracciarlo. Il giornalista Flavinho, importante opinionista di Fox Brasil, ha detto nei giorni scorsi: “Jorge Jesus ha 65 anni ma in poco tempo ha dimostrato di essere più moderno di tutti. Ha portato un nuovo metodo e merita tutti i complimenti possibili. Ha distrutto in questo periodo tutti i luoghi comuni che i nostri allenatori utilizzavano per giustificare le sconfitte”. Non risparmia i giocatori durante la settimana, li ha educati velocemente alla cultura del lavoro. In campo i risultati si vedono. Sul Flamengo e soprattutto su Gabigol, il cui riscatto adesso diventa l’obiettivo numero uno del mercato flamenguista.