Il recupero di De Sciglio, il rientro di Danilo. La Juventus comincia a ritrovare i persi pezzi per strada nell’ultimo periodo. Escluso ovviamente l’infortunato a lungo termine, Chiellini, gli unici giocatori ancora indisponibili restano Mandzukic (praticamente fuori rosa), Douglas Costa (che però vede vicino il rientro) e Ramsey (purtroppo sempre un’incognita da un punto di vista fisico). Con questo vasto organico a disposizione, Maurizio Sarri ha la grande possibilità di sbizzarrirsi al massimo nell’applicazione del turnover. In alcuni casi, più che una eventualità sembra però una vera necessità.
Soprattutto per quanto riguarda i casi di Bonucci e Cristiano Ronaldo, praticamente sempre in campo da inizio stagione nazionali comprese, ma anche di Khedira. Un tour de force che rischia di sfiancare calciatori non più giovanissimi.
Leonardo Bonucci, 32 anni, si è ripreso la Juventus in questi mesi con prestazioni più che positive (escluso ovviamente l’errore in copertura contro il Lokomotiv Mosca). Finalmente ha cancellato il Bonucci “scarso” e irriconoscibile del post-Cardiff tornando ad essere un difensore affidabile. Forzarne adesso l’utilizzo però, visti anche i prossimi 33 anni a Maggio 2020, avendo a disposizione comunque (nonostante l’infortunio di Chiellini) Demiral e Rugani come alternative ci sembra davvero poco strategico. Per questo, contro il Lecce o perlomeno contro il Genoa, riteniamo assolutamente necessaria l’ipotesi di vederlo seduto in panchina vicino al Mister. La Juventus, nonostante quanto sostenuto da Paratici nel corso dell’Assemblea degli azionisti, è una squadra vecchia come media età, soprattutto nei titolari. L’esperienza non è certo uno svantaggio, anzi, ma alla lunga può portare seri problemi di tenuta e resistenza.
Esempio lampante in merito ne è Khedira a centrocampo che a più di 32 anni ormai fatica a disputare 2 partite di livello consecutivamente. Nessuno ne discute certo le capacità tecniche e la grande intelligenza tattica, ma è evidente che ad una certa età un calciatore deve essere centellinato nell’utilizzo onde evitare prestazioni scialbe e negative, come l’ultima in Champions del tedesco.
Discorso da cui non può restare fuori assolutamente nemmeno Cristiano Ronaldo. A 34 anni suonati non si può certo pretendere da lui la costanza degli anni in cui vinceva Palloni d’Oro a ripetizione duellando con Messi su tutti i fronti (anche se il duello per il Pallone d’Oro è pronto a rinnovarsi a brevissimo). Con le sue grandi capacità tecniche e balistiche e la sua estrema professionalità nella ricerca sempre della migliore condizione fisica sta cercando in tutti i modi di ritardare la sua “vecchiaia”, il suo “pensionamento”. Ma è evidente che anche per lui vale il discorso fatto prima per Bonucci e Khedira. Nell’ultima partita di Champions League è apparso spesso in ritardo e a corto di fiato ed idee nel momento di prendere la decisione giusta, segno evidente della necessità prossima di dover riposare.
Con un Higuain tornato ai livelli pre-Milan e un Dybala finalmente restituito alla sua posizione preferita, ovvero vicino alla porta avversaria, un turno di riposo anche per il fenomeno portoghese è tutto fuorché lesa maestà.