Podolski, Guarin e Vidic: ecco le carte vincenti della nuova Inter

Contro il Genoa importanti indicazioni sul futuro dei nerazzurri 

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L’Inter “ammirata” nel primo tempo della gara con il Genoa non può non autorizzare qualche svolazzo d’ottimismo tra i tifosi. Semplicemente perchè si è vista finalmente una squadra padrona del campo, capace di giocare a due tocchi - come da sempre piace a Mancini -intelligente nel gestire le differenti situazioni, velocizzando all’occorrenza l’azione d’attacco, rallentandone i ritmi quando è stata chiamata a difendersi.

Un’Inter che aspettando Shaqiri si è ritrovata bella e vincente grazie ad un buon nuovo acquisto, ad una buona idea, e ad un buon colpo di fortuna. Il buon nuovo acquisto è ovviamente Lucas Podolski, le cui 121 presenze con la maglia della nazionale tedesca con 48 gol non sono evidentemente figlie del caso. Parte, accelera, gioca facile o difficile in base alle necessità del momento. Un giocatore di un livello superiore alla media del nostro campionato. E il pubblico di San Siro lo ha subito eletto suo beniamino. La buona idea riguarda Fredy Guarin: Mancini, andando controcorrente, sfidando lo scetticismo del mondo interista, gli ha dato le chiavi del centrocampo affiancandolo al diligente Medel. Il colombiano, avendo più campo a disposizione, può sfruttare al meglio la sua dilagante esplosività, ma deve autodisciplinarsi, rendersi conto quando è il momento di dribblare oppure no, di tirare oppure no. Di privilegiare la giocata semplice nella propria metà campo piuttosto che avventurarsi in pericolosi ghirigori. E’ chiaro che con lui Mancini deve essere più psicologo che allenatore.Il processo di normalizzazione è comunque ben avviato.

Infine eccoci al colpo di fortuna che riguarda Vidic. Probabilmente senza la doppia squalifica di Ranocchia e Jesus avrebbe fatto ancora panchina e l’Inter non si sarebbe ritrovata con un “nuovo” grande acquisto. La caratura, la personalità, l’esperienza di Vidic non andrebbero discusse, invece è successo anche per demerito suo. Riproposto nella difesa a 4, si è fatto valere per quello che vale al di là del gol nel finale: padrone dell’area, insuperabile negli uno-contro-uno ha comandato da leader la difesa, come ai tempi dello United, facilitando anche il compito al meno esperto Andreolli. Averlo e non impiegarlo è esercizio di incomprensibile harahiri: ma il tempo , si dice, è galantuomo e l’Inter contro il Genoa ha capito di avere un grandissimo difensore di livello internazionale e una buona riserva in caso di necessità.

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