I misteri non finiscono, e la stanza dove è morto Pantani parla ancora a distanza di undici anni. Un'altra perizia importantissima, disposta dalla famiglia, rivela particolari nuovi e determinanti. Particolari che sono una volta ancora un colpo alle certezze della versione ufficiale.
Punto uno: la pallina di pane e cocaina trovata di fianco al corpo di Pantani è bianca al 97 per cento. Lo stabilisce un'analisi di laboratorio effettuata con strumenti molto sofisticati. Impossibile, quindi, secondo gli esperti che hanno passato al microscopio le immagini, la circostanza di un bolo uscito dalla bocca di Pantani e rimasto immerso per ore in una pozza di sangue.
Punto due: l'ultima perizia disposta dalla procura di Rimini sosteneva che le strisciate sul pavimento fossero state prodotte da Pantani con dei movimenti, negli ultimi istanti della sua vita. Ma è sufficiente guardare l'immagine del suo braccio, con una macchia di sangue stampata come un timbro, con i margini netti e non sbavati per rendersi conto, (ed è quello che emerge dall'ultimo studio prodotto dalla famiglia), che Pantani non può essersi mosso in quella pozza rossa. Quella immagine è assolutamente incompatibile con un braccio in movimento nel sangue. Cosa è successo allora, veramente, in quella stanza il 14 febbraio di 11 anni fa? Prima di ipotizzare probabili chiusure dell'indagine, per rispetto di un campione e della verità, vorremmo delle risposte.