Lance Armstrong torna a parlare di sé. Ieri ha rilasciato un'intervista alla BBC, esattamente due anni dopo quella rilasciata a Oprah Winfrey nella quale ammise per la prima volta di essersi dopato negli anni delle sette vittorie consecutive al Tour (e non solo). L'ex ciclista americano ha detto che se "potessi tornare nel 95' mi doperei ancora". Poi ha chiesto una sola cosa: "Non dimenticate il bene che questo male ha portato".
Una vita passata a lottare. Prima dal 1996 al 1998, quando vinse la battaglia contro il cancro ai testicoli, battaglia della quale in seguito divenne simbolo e contro la quale fondò la "Lance Armstrong Foundation", finanziata da lui stesso col braccialetto Livestrong. Poi quella contro chi giustamente lo accusava di assumere sostanze dopanti, dalla quale due anni fa uscì sconfitto definitivamente.
Sì, sono già passati due anni dalla famosa intervista rilasciata a Oprah Winfrey, quando ammise per la prima volta di essersi dopato durante i sette Tour de France conquistati. Di un Armstrong dopato se ne parlava già più di dieci anni fa, nel 2004 precisamente: David Walsh del Sunday Times e Pierre Ballester (allora) dell'Equipe avevano denunciato un suo possibile coinvolgimento nelle pratiche del doping e della positività all'EPO. Da qui partirono i sospetti, per arrivare alla squalifica a vita del texano imposta il 24 settembre 2012 dall'USADA che gli tolse tutti i titoli vinti al Tour; lo stesso fu fatto anche dall'UCI.
Fino ad arrivare a ieri, quando alla BBC Armstrong, facendo un salto nel passato ha detto: "Se iniziassi la carriera oggi non mi doperei. Ma se mi portaste indietro nel 1995 probabilmente lo rifarei, perché il doping era totalmente diffuso. La mia, quella della mia squadra e dell'intero plotone è stata una decisione sbagliata in un momento imperfetto, ma è successo. E io so anche quello che poi è successo allo sport, ho visto la sua crescita".
Armstrong rivendica i suoi successi che hanno generato ricchezza e aiutato milioni di persone nonostante il doping: "So esattamente cosa è successo all'industria del ciclismo. So cosa è successo alla Trek: da 100 milioni di dollari di vendite passò a 1 miliardo di dollari. So cosa è successo alla mia fondazione per combattere il cancro: da non raccogliere un dollaro a raccogliere 500 milioni di dollari e aiutare tre milioni di persone".
L'ex corridore lancia poi un appello: "Vogliamo cancellare tutto questo? Non credo che nessuno abbia voglia di dire sì. Non credo che la storia sia stupida. La storia corregge un sacco di cose. E io sento di aver vinto quei Tour. I 7 titoli al Tour? Credo che dovrebbe esserci un vincitore e lo sto dicendo come semplice appassionato".