La salvezza del Parma è nelle mani del nuovo patron Manenti, ma non tutti sono convinti della capacità dell'impresa di poter operare in continuità aziendale, in primis i revisori dei conti. I costi del Parma (108,3 milioni), visibili nel bilancio 2013-14, sono il doppio dei ricavi (55,6) e l'incertezza è destinata a rimanere. Al netto dei crediti l'indebitamento della società emiliana è di 96,5 milioni di euro con un trend negativo.
La corsa contro il tempo della nuova proprietà per evitare la messa in mora di massa da parte dei giocatori e il fallimento, continua. Risanare il Parma però non sarà così semplice visti i numeri venuti a galla da un'analisi - da parte della Gazzetta dello Sport - del bilancio 2013-14 depositato in Camera di commercio. Oltre alla perdita conosciuta (13,7 milioni di euro), sono venute a galla le cifre dell'indebitamento della società emiliana tra banche, fornitori, personale ed erario. Un indebitamento lordo di 197 milioni di euro che passa ai 96,5 al netto dei crediti societari. Più che un buco, una voragine.
Una situazione aggravata dal trend negativo che ha vissuto il Parma nelle ultime stagioni, con il picco nel 2013/14 quando i ricavi al netto delle plusvalenze (55,6 milioni) sono state la metà dei costi al netto delle minusvalenze (108,3). Una situazione complicatissima che rende difficile il compito della nuova proprietà, definito "incerto e che può far sorgere significativi dubbi sulla capacità dell'impresa di operare in continuità aziendale" dai revisori contabili di Audirevi.