Il fenomeno degli oriundi non è solo italiano, ma riguarda molto da vicino un po' tutti i paesi europei. La Spagna vive una situazione analoga alla nostra: in passato Di Stefano, Puskas e Kubala hanno vestito la maglia delle Furie Rosse, oggi tocca al brasiliano Diego Costa. In Germania, Francia e Svizzera la naturalizzazione è più che altro integrazione (turchi, polacchi e slavi su tutti), mentre in Inghilterra il fenomeno è inesistente.
Fece molto discutere in terra iberica il caso Diego Costa, che nel marzo 2013 debuttò con il Brasile, salvo poi scegliere la Spagna con cui ha giocato il Mondiale. In Spagna per ottenere il passaporto bastano 5 anni di residenza. Nella vicina Portogallo, invece, i casi di naturalizzazione riguardano prevalentemente i brasiliani (Deco) o i capoverdiani (Nani e Rolando due esempi), mentre anche il più grande calciatore portoghese di tutti i tempi, Eusebio, era nato in Mozambico, ai tempo colonia portoghese.
Diversi i casi, invece, i casi di Francia, Germania e Svizzera, dove la naturalizzazione è più che altro integrazione. La vittoria francese al Mondiale '98 è figlia degli stranieri: da Zidane (origini algerine) agli africani Vieira e Desailly, che hanno ottenuto la cittadinanza dopo 5 anni. In Svizzera (Shaqiri, Xhaka) la cittadinanza si ottiene dopo 12 anni. Nella Germania campione del mondo scorre sangue polacco (Klose e Podolski), turco (Ozil) e africano (Boateng e Khedira). Solo una manciata i veri naturalizzati (Cacau e Rink), che per avere il passaporto dovettero superare l'esame ministeriale.