Milan, per ora c'è tanta confusione

Si fanno tre nomi di potenziali acquirenti, ma il futuro è tutto da scrivere

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Un affare di cuore. Ma anche un affare da un miliardo di dollari. Questo, ad aprile 2015, è il Milan dei Berlusconi. Che solo pochi mesi fa venne valutato da Forbes per una cifra a nove zeri. Le quattro figure interessate all'acquisto hanno un comune denominatore. Anzi, due. Arrivano dall'estremo oriente e possiedono ricchezze capaci di rilanciare il club rossonero. Il primo nome della lista è Zong Qinghou, presidente di Wahaha Group, colosso cinese delle bevande. Un uomo dalla liquidità incalcolabile, più vicina ai dodici che ai nove zeri. A rappresentarlo sarebbe Richard Lee, l'intermediario che il 26 ottobre scorso era a San Siro insieme ai Berlusconi.

Anche Poe Wansuo, detto Mr Pink, arriva dall'industria delle bevande. E anche lui, come tutti i magnati cinesi, è "controllato" dal governo di Pechino da anni interessato all'espansione del calcio nel paese. Sul web girano da settimane le foto pubblicate da un sito romeno con Mr Pink nel salotto di Arcore. Il terzo uomo interessato al Milan è Wang Jianlin, presidente della Wanda Group, la più grande impresa immobiliare cinese, e ora proprietario di Infront, la società che gestisce i diritti del calcio italiano. Ma potrebbe essere thailandese il futuro rossonero. Il quarto e ultimo nome della lista è il broker Mr Bee Taechaubol, noto trader delle borse asiatiche, poche settimane fa ospite ad Arcore. A capo di una cordata orientale, avrebbe già firmato un accordo da 250 mln per il 30% del club. Ma in calce a quel documento c'è scritto: "Non vincolante". Insomma il futuro del Milan è ancora tutto da scrivere.

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