Dal deserto del Nevada a quello ancora più "caldo" della Penisola Arabica. Nonostante la scottante delusione della squalifica di Las Vegas, resta Lando Norris l'indiziato numero uno nella volta-titolo di Losail e Yas Marina, a patto che il Norris in questione sia quello visto da Monza in avanti e non quello "falloso" e dalla precaria tenuta psicologica della prima metà del Mondiale. A conti fatti, il pilota inglese della McLaren si avvicina al penultimo appuntamento (Gran Premio del Qatar) con ventiquattro punti di vantaggio - 390 a 366 - sul suo più immediato inseguitore, anzi due! Vale a dire lo stesso margine con il quale Lando si era presentato a Las Vegas ma adesso con una gara in meno... al traguardo. Il problema casomai è che il diretto inseguitore di cui sopra sono in realtà due, visto che sullo Strip Circuit Max Verstappen ha "pareggiato" Oscar Piastri ed è un po' come se i due si incrociassero nello stesso punto della strada: uno però lanciatissimo, l'altro avviato nella direzione opposta, in preda ad una pericolosa deriva caratteriale e motivazionale, prima ancora che di semplice performance.
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Norris deve in buona sostanza fare il suo, vale a dire sfruttare il pronostico molto favorevole alla McLaren a Losail. Di base, Lando deve precedere entrambi i suoi sfidanti al traguardo, guadagnando nei loro confronti quei due punti che lo porterebbero a più ventisei, mettendolo al riparo da qualsiasi cosa possa poi accadere ad Abu Dhabi, dove il recente ventiseienne pilota di Glastonbury (Bristol) potrebbe accontentarsi di fare passerella. Per festeggiare il primo titolo già a Losail Lando dovrà precedere i diretti concorrenti nelle prime otto posizioni. Gli basterà anche un nono posto nel GP in programma domenica 30 novembre nel caso di passaggio a vuoto di entrambi i suoi due sfidanti e così andrebbe già sabato 29 se Norris dovesse allungare di due punti nella Sprint, con Verstappen e Piastri a bocca asciutta sia in quella occasione che poi ovviamente domenica. In caso di showdown ad Abu Dhabi, attenzione anche alla discriminante-vittorie in stagione, che è poi quella che al momento obbliga Norris a staccare di due punti e non di uno solo i suoi due contendenti al capolinea del GP del Qatar. Dopo Las Vegas Norris e Piastri sono attualmente appaiati a quota sette, Verstappen insegue con sei. Inserimenti esterni a parte (Mercedes?Ferrari? Non è il caso di aprire il capitolo "arbitri del Mondiale"), in vista di Yas Marina sarà da mettere in conto il pareggio di Max o l'allungo di uno tra Lando e Oscar...
Ecco allora le percentuali-titolo del favorito d'obbligo e dei suoi sfidanti secondo Sportmediaset.
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LANDO NORRIS: 50%
Come scritto sopra, l'attuale leader può solo perdere il titolo. Ha buona parte dei risultati a sua disposizione e in un certo senso l'obbligo "morale" di chiudere la partita a Losail perché l'eventuale resa dei conti avrebbe per lui un risvolto psicologico potenzialmente insidioso, per non dire critico. Serve il Norris rigenerato e pieno - fin sopra la zazzera riccioluta - di autostima e motivazione (come è giusto che sia, visto il mestiere che fa) degli ultimi tempi. Mettere le mani su un titolo che tre mesi fa a Zandvoort era poco più di una causa persa è un'occasione d'oro (anzi di tutti i colori dell'iride) da non sprecare in nessun modo.
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MAX VERSTAPPEN: 30%
Non c'è neanche bisogno di dirlo: se il quattro volte iridato prevarrà a Losail, portandosi a "striking distance" da Norris, ad Abu Dhabi la percentuale di vittoria finale tra lui e Lando è suscettibile di una clamorosa inversione. Comunque la si possa pensare a proposito del "fatal Latifi" del 2021 (e del catenaccio esasperato di Sergio Perez su Lewis Hamilton nella stessa occasione), Max sa come si fa e la conquista del suo primo titolo iridato quattro anni fa a Yas Marina è un film horror destinato a popolare i sogni dei suoi due rivali nel caso in cui il triello (o casomai il duello) si trascinasse fin laggiù. Verstappen ha tutto quello che serve per portare a termine la missione impossibile. Buona parte dell'eventuale impresa è nelle sue mani (e nel suo piede destro, per così dire), il resto sta nell'affascinante dicotomia tra la Formula Uno come scienza esatta o viceversa come serbatoio di emozioni e di colpi di scena.
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OSCAR PIASTRI: 20%
Es se tra i due litiganti fosse il terzo incomodo a godere? L'australiano ha imboccato un tunnel buio a Monza (allora però nessuno poteva saperlo, tantomeno lui) e non ne ha ancora trovato la via d'uscita. Oscar però è un campione "in the making": la svolta potrebbe essere dietro l'angolo ma arriverà in tempo per tornare in gioco quest'anno. Quelli che la sanno lunga dicono di no. Apparentemente Piastri non ha nulla da perdere, può correre a mente libera, anche se non sembra proprio il suo approccio e nel caso specifico questo è uno svantaggio. Forse è anche condizionato dal tarlo di un team che - al di là delle dichiarazioni di facciata - pende un po' dalla parte di Norris, magari anche per una questione di riconoscenza. Ha tutta una carriera davanti ma - si sa - ogni lasciata è persa e alle spalle (ultimamente anche davanti a lui in pista) c'è una nuova, anzi nuovissima generazione di futuri campioni che spinge forte sull'acceleratore per farsi largo verso il vertice: Antonelli, Hadjar, Bearman e Bortoleto, in stretto ordine di classifica generale, con il franco-algerino Isack a spezzare quello alfabetico. Non c'è tempo da perdere Oscar, tantomeno Mondiali.
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