Non ha segnato, ma trattasi di dettagli. Anche perché il suo score, all'interno del successo del suo Palermo contro il Genoa, è comunque da leccarsi i baffi: due assist e una traversa sotto gli occhi del Tata Martino. Il ct dell'Argentina, dicono, se n'è tornato a casa con una relazione entusiasta. Ha osservato con attenzione Dybala e ne è rimasto rapito. Come rapite dalle magie della "Joya" sono le squadre di mezza Europa. La Juve su tutte.
E' l'anno di Dybala o, per dirla diversamente, è l'anno della svolta della sua carriera. Da Palermo a chissà dove, ma comunque verso orizzonti più importanti inseguendo obiettivi grandi, impensabili solo una dozzina di mesi fa. Prima di tutto, però, c'è l'Argentina, il grande sogno per cui ha già rinunciato alla convocazione di Antonio Conte con la nazionale italiana. Ha ringraziato, ma passato la mano. Espero, aspetto. Logico, quindi, che il Tata Martino abbia accelerato i tempi e si sia presentato in tribuna a Palermo. La beddItalia.
Poi c'è il resto. C'è Zamparini che vuole 40 milioni. C'è l'agente della Joya che rilancia ("Ne vale almeno 50"). E ci sono, infine, le molte pretendenti. Tutte in corsa, con la Juve destinazione preferita dall'argentino, pronto a ereditare la maglia di Tevez, e le altre a inseguire. L'Inter che non molla, la Roma che lavora sotto traccia, il Napoli che sta alla finestra e le grandi d'Europa che si presentaranno presto alla porta di Zampa. Perché quest'anno, Dybala, ha solo cominciato la sua scalata. Ha solo cominciato.