La vittoria di Bodø porta in dote alla Juventus qualcosa di più dei tre punti, comunque preziosissimi per una classifica di Champions League fin qui assolutamente deficitaria. Il sofferto 3-2 sui norvegesi permette ai bianconeri di fare un piccolo passo avanti verso i playoff e questo è già qualcosa, ma può anche diventare il punto di partenza verso quel rilancio generale che tutti i tifosi attendono.
A convincere è stato specialmente il secondo tempo: se nel primo le occasioni sono state frutto quasi esclusivamente di guizzi individuali, in particolar modo di Conceiçao, nella ripresa si sono visti sprazzi di gioco di squadra e di manovre corali degne del club bianconero e delle sue ambizioni. L'ingresso di Yildiz ha certamente fatto la differenza, ma la verità è che tutti quanti hanno saputo cambiare marcia e ottenere quel click mentale in grado di far prendere decisioni più coraggiose, meno banali e scontate.
Koopmeiners ha dato prova di come, messo in quella posizione di braccetto sinistro, può garantire benefici alla costruzione della manovra, Miretti si è dimostrato pronto a ritagliarsi un ruolo centrale, ma ovviamente le attenzioni di tutti si sono concentrate sui marcatori della gelida serata norvegese: Openda e David, finalmente a segno. Il belga al primo gol in assoluto in maglia bianconera, il canadese risvegliatosi da un letargo che durava dalla prima di campionato. Naturalmente è presto per dire che entrambi si siano definitivamente sbloccati, ma è chiaro che questo è l'augurio di Spalletti e di tutto il popolo bianconero, che oltre alle magie di Yildiz e Conceiçao deve poter contare anche sulla vena realizzativa di centravanti che fin qui hanno fatto troppo poco. Loro possono e devono essere le due armi in più con cui dare il via a un percorso di rinascita.
I match interni con Cagliari e Udinese (in Coppa Italia) due impegni sulla carta utili a dare un'ulteriore spinta verso l'attesissimo confronto col Napoli del 7 dicembre, quando Spalletti tornerà al Maradona per la prima volta da avversario.