Il futuro dell'arbitraggio in Serie A potrebbe subire una svolta epocale. Secondo il Messaggero dai vertici dell'AIA filtrano riflessioni importanti sull'introduzione del Football Video Support (FVS), un sistema attualmente in fase di sperimentazione in Serie C che cambierebbe radicalmente le dinamiche della tecnologia in campo. Non si tratterebbe tecnicamente di un semplice "VAR a chiamata", ma di una revisione profonda del protocollo attuale.
Come funziona il FVS -
A differenza dell'attuale VAR, il sistema FVS elimina la figura dei VMO (Video Match Officials) centralizzati nella sala di Lissone. Il protocollo prevede invece:
- Una postazione a bordo campo gestita da un quinto ufficiale.
- Il ruolo del quinto uomo non è giudicante: si limita a far scorrere le immagini per mostrarle al direttore di gara, senza suggerire decisioni.
Il "Challenge": 2 chiamate per gli allenatori -
La vera rivoluzione riguarda la responsabilità della richiesta di revisione. Con il FVS, il controllo non è automatico su tutto il flusso di gioco, ma avviene su input delle panchine:
- Ogni allenatore ha a disposizione due "challenge" (chiamate) a partita.
- La revisione può essere chiesta per le quattro fattispecie attuali (gol, rigori, rossi diretti, scambio di identità).
- La regola della card: se la chiamata dell'allenatore si rivela corretta, il tecnico mantiene la card per il challenge; in caso contrario, la perde.
Meno specialisti, più responsabilità: un ritorno alle origini -
Questo sistema sposterebbe l'intero peso della responsabilità su chi è in campo (arbitri e allenatori), riducendo potenzialmente le proteste delle società, che diverrebbero artefici del proprio destino arbitrale. L'obiettivo è un ritorno alle origini: non servirebbero più specialisti della moviola davanti ai monitor, ma soltanto arbitri preparati e affidabili. Inoltre, il gioco fluirebbe maggiormente, poiché non ogni singola azione verrebbe scannerizzata automaticamente dalla tecnologia, ma solo quelle contestate tramite il challenge.
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