VERSO NAPOLI-JUVENTUS

Juventus, Spalletti: "Il Napoli dirà molto sul nostro futuro. La mia storia lì rimarrà per sempre"

Il tecnico torna da avversario dopo la vittoria dello scudetto nel 2023: "Conte? Non lo frequento, ma è un allenatore top"

di Andrea Ghislandi

© Getty Images

Luciano Spalletti, alla guida della Juventus, torna a Napoli per la prima volta da avversario dopo la splendida cavalcata del 2023 culminata con la vittoria del terzo scudetto della storia del club. Per forza di cose non sarà una gara come le altre per il tecnico di Certaldo che presenta in conferenza stampa il big match di domenica sera al Maradona. "Questa è una di quelle partite che può dire molto sul futuro del nostro campionato - ha spiegato il tecnico - È un esame dove dobbiamo farci trovare pronti e sappiamo che è una partita difficile". Sul suo passato al Napoli: "Secondo me le belle storie hanno il potere dell'immortalità per cui rimarranno così per sempre".

LA CONFERENZA DI SPALLETTI
Quanto è importante arrivare a una gara come quella di domani con tre vittorie di fila?

"La maglia della Juve è stata tessuta per questo, per vincere le partite. È chiaro che noi non viviamo un periodo bellissimo, però questo deve essere il nostro status normale. Per cui è importante perché ci arrivi con più fiducia, ma dobbiamo essere anime di quelle forti, di quelle libere, senza dover sempre andare a cercare supporto da qualche parte per dimostrare quello che deve essere il nostro futuro. È importante vedere che in allenamento si vanno ad acchiappare cose nuove, perché questo vedo e per questa è la cosa fondamentale che mi dà fiducia".

La partita di domani quanto può definire le ambizioni stagionali della Juventus?
"Ci sono momenti che durano giorni e settimane che passano in un attimo. Ci sono partite che valgono tre punti e rimangono lì in questi tre punti e probabilmente punti nei due giorni successivi si disperdono. E ci sono partite che rimangono nella storia per sempre. Questa è una di quelle partite che può dire molto sul futuro del nostro campionato, per cui le dedicheremo tutta la forza che abbiamo".

Alla luce della striscia positiva, la gara con il Napoli può essere considerata un esame di maturità per la sua squadra?
"Sì, si può mettere anche così. È un esame dove dobbiamo farci trovare pronti e sappiamo che è una partita difficile, perché andiamo a giocare contro i campioni d'Italia e sappiamo quale sia la forza di quella squadra lì al di là di quello che è stato il precedente campionato, perché lo stanno facendo vedere anche quest'anno. E se si ha l'ambizione di voler fare dei passi in avanti è quello con cui ci dobbiamo confrontare".

È la prima volta che lei e Conte vi sfidate domani. Volevo sapere qualcosa sul vostro rapporta e la sua opinione su Conte.
"Ci siamo incontrati molte volte in giro, una volta abbiamo anche giocato un'amichevole contro, a Coverciano ci siamo incontrati. È un allenatore bravo perché lo ha fatto vedere anche quest'anno. Come persona non ho la possibilità di dire niente perché non lo frequento quotidianamente o a periodi. Per il resto io vado su quello che vedo in campo e lui è un allenatore top".

Quanto ancora Koopmeiners può crescere e può portare valore a questa Juventus?
"Koop è un calciatore elegante, geniale ed estroso, è uno che sa fare più cose, ha personalità. Per cui mi aspetto che, una volta visto quello che lui fa in campo, ci sia sempre lo step successivo. Perché deve essere così. Il campo è talmente grande che ti permette di trovare sempre cose nuova da far vedere a chi ti vuole bene. E io li voglio un po' di bene".

Lei ha Napoli ha regalato qualcosa di diverso nell'anno dello scudetto. È immaginabile una Juventus che si avvicini a quel Napoli?
"Mi rifaccio alle parole di John Elkann, che tutti avete sentito. Tutti fanno riferimento alla storia della Juventus, ma non sanno che storia sarà, che futuro avrà. Essere al fianco di una società del genere c'è la possibilità di arrivare dove tutti i tifosi desiderano tornare. È chiaro che ci sono dei passaggi fondamentali, perché poi è la qualità dei calciatori che fa la differenza, soprattutto, solo la qualità dei calciatori, per cui il percorso è un po' diluito nel campo, non va fatto tutto in una partita".

Dopo la vittoria con il Cagliari, lei ha parlato di David e Openda e sulla necessità che mettessero la facciettina da C. E' un caso che David abbia fatto la sua miglior partita con la Juve dopo queste dichiarazioni? 
"Non dipende mai dalle parole, dipende sempre da quello che sono i ritmi, le cadenze e quello che tu vuoi andare ad acchiappare poi personalmente. Lui è un ragazzo intelligente, un ragazzo sensibilissimo, un ragazzo bravo e forte. E penso che ci sia questo autostimolarsi nel vedere di che panni sei fatto. Lui è uno che viene fuori da un campionato dove si porta dietro dei numeri. La percepisco questa reazione ed è una cosa corretta che deve fare a livello del calciatore che è".

Può essere già questa la partita per vedere Yildiz centravanti o meritano fiducia David o Openda?
"Per quanto riguarda la formazione preferisco sempre darla prima ai calciatori, altrimenti faccio brutta figura domani quando entro e loro sanno già il loro destino. Poi in queste partite qui si prende tutto il tempo che si ha a disposizione per andare a creare la formazione titolare. Mi sembra di saperla, ma mi è anche successo durante la notte di cambiare qualche volta".

È una partita che sente un po' più delle altre? C'è una favorita di questo match?
"Sono stati due anni in cui con il Napoli ci siamo resi felici a vicenda. È stata un'emozione tremenda soprattutto quella dello Scudetto. Secondo me le belle storie hanno il potere dell'immortalità per cui rimarranno così per sempre. Poi ho vissuto emozioni importanti con Inter, Roma e Napoli. Oggi sono avversario di Roma Inter e Napoli, ma voglio portarmi dietro tutte le persone belle di queste esperienze. Favorita? Non lo so, perché non parto con questi ragionamenti e lamentarsi non produce mai una buona classifica.So che a loro manca qualcosa a centrocampo, a noi in difesa dai tempi che furono e di conseguenza bisogna ugualmente tentare di vincere. Loro hanno un passato che gli consente di vere delle certezze e noi siamo alla ricerca di certezze". 

Con lei McKennie sempre titolare. Quale è la sua caratteristica che lo rende così prezioso?
"È una persona forte che rende il calciatore forte. Ha questa disponibilità e modo di venirti incontro che sembra ti dica: tu chiedimi e io eseguo. Lui parte e diventa esecutivo, si vede che il timore lo ha affrontato da piccolo perché per diventare coraggiosi bisogna affrontare le cose che ti fanno paura. Tenta giocate che non farebbero parte del suo repertorio e invece lui ci prova lo stesso".

Un giudizio su Locatelli. 
"Locatelli ha personalità e ha la sua collocazione precisa nello spogliatoio. Poi conosce bene le sue caratteristiche anche se ogni tanto si fa trascinare in altre situazioni, ne ho anche parlato con lui. In queste partite è stato pressoché perfetto e mi aspetto un'altra grossa prestazione".