
San Paolo, un anno dopo: il confronto tra i due incidenti - VIDEO
Lo spaventoso incidente di Martí, fa tornare alla mente il botto violentissimo di Wehrlain, a testa in giù contro il muro, della scorsa stagione. L'HALO è il salvavita dei piloti

Un anno dopo, stessa pista, stesso incidente: una vettura a testa in giù. A San Paolo del Brasile, gara inaugurale della Formula E 2025/2025 si è rivisto un incidente spettacolare - come accaduto a dicembre scorso - per fortuna senza nessuna conseguenza per i piloti. Pepe Martì oggi come Wehrlein ieri, salvati dai dispositivi di sicurezza che hanno oramai raggiunto standard di sicurezza elevatissimi, in Formula E come in tutte le categorie del motorsport dove il corpo del pilota è esposto: uno su tutti l’HALO, quelle barre in titanio poste sopra e davanti al casco del pilota ancorate al telaio.
La dinamica dei due incidenti è molto diversa: lo scorso anno Wehrlein decollò dopo essere stato chiuso verso il muro dalla Jaguar di Nick Cassidy, la sua Porsche andò si ribaltò contro le barriere e il tedesco dichiarò di aver sbattuto la testa, ma di aver avuto un alleato fondamentale, l’HALO, che gli ha “salvato la vita”.
La stessa preghiera deve averla detta Pepe Martì, 20enne spagnolo della Kiro Cupra che è uscito illeso dopo aver tamponato ad alta velocità Da Costa. La Jaguar del portoghese che aveva rallentato per rispettare il regime di “Full Course Yellow” si è trasformata in un involontario trampolino che ha portato Martì a decollare, riatterrando pesantemente a testa in giù.
Il pilota è uscito sulle proprie gambe ed è addirittura andato a spegnere il principio di incendio innescato nella parte anteriore dai dischi dei freni. Freddezza da veterano.