"Senza il Covid il Chievo sarebbe ancora in vita perché noi non avevamo problemi economici, gli stipendi dei giocatori erano stati tutti regolarmente pagati. Il Chievo è stato cancellato in sette giorni, quando nel settembre 2020 venne emanato un dispositivo che bloccava tutte le rateizzazioni. Se avessi avuto più tempo, di sicuro avrei trovato una strada, ma nessuno mi ha ascoltato e mi ha dato una mano". Luca Campedelli torna a parlare della sua 'creatura', fallita nel 2022. Dal tentativo di suicidio, "Mi sentivo un peso, con tutte le colpe del mondo", a un po' di speranza ritrovata. "Il calcio è la mia vita, ma adesso preferisco quello dilettantistico, non inquinato dalla tecnologia - ha raccontato alla Gazzetta dello Sport - Sono stato solo qualche volta a vedere il Monza. Ho smesso anche di seguire l’Inter, squadra per la quale tifavo: da quando non c’è più Moratti ha perso la magia. Lui è stato uno dei pochi, insieme a Preziosi, a starmi vicino". Poi il retroscena: "Nel 2002 Drogba era già del Chievo: l’unica condizione era la cessione di Eriberto e Manfredini, che purtroppo saltò. Nel 2006 Cavani si allenò con noi, ma secondo Sartori e alcuni membri dello staff non valeva la spesa di 500.000 euro. Giovanni è uno dei primi cinque dirigenti europei, però da quando è andato via con i suoi comportamenti mi ha fatto capire che non voleva bene al Chievo".
IL RACCONTO
Campedelli: "Drogba era già del Chievo e Cavani venne bocciato..."
L'ex patron: "Club cancellato in sette giorni. Moratti uno dei pochi insieme a Preziosi a starmi vicino"
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