ATLETICA

Parolini eroe per passione della staffetta mista agli Eurocross di Lagoa

Intervista esclusiva all’atleta lombardo e medico sportivo, capace di eccellenti risultati grazie a una gestione ottimale tra lavoro e allenamenti

di Ferdinando Savarese

© Grana/Fidal

Sebastiano Parolini è stato il grande protagonista della staffetta mista 4x1500, oro domenica scorsa agli Eurocross di Lagoa, grazie a una seconda strepitosa frazione in cui dopo avere ricevuto il cambio da Gaia Sabbatini abbastanza indietro, è riuscito nei primi 500 metri della sua gara a recuperare tutti quelli che aveva davanti e porsi in testa, per poi resistere al ritorno degli avversari e lanciare infine Marta Zenoni in prima posizione, preludio fondamentale per il trionfo finale suggellato ovviamente anche dalle grandi prove della mezzofondista oltre che dell'ultimo partecipante, Pietro Arese, ma sicuramente il suo contributo ha dato la svolta fondamentale.

Il 27enne atleta lombardo, che già nella stessa disciplina e manifestazione del 2024 ad Antalya era stato oro, è un raro esempio di come si possa coniugare un grande talento sportivo con altre specifiche attitudini professionali, in quanto è un medico sportivo di professione impegnato nel suo ambito sanitario su vari campi tra cui quello di seguire la nazionale italiana di sci, ma questo non gli ha mai impedito di assecondare la sua passione per la corsa, e nel 2025 in particolare è riuscito a togliersi importanti soddisfazioni con personali in varie discipline in pista, a conferma di una versatilità fuori dal comune.

© Grana/Fidal

Sebastiano, che emozioni ti ha lasciato vittoria di Lagoa e cosa rappresenta rispetto a quella di un anno fa ad Antalya?

"In entrambi le occasioni posso dire di avere provato una soddisfazione immensa, ma sicuramente quella di quest'anno è stata in qualche modo ancora più intensa perché ha rappresentato il coronamento di una stagione per me molto intensa e positiva, non trascurando il fatto che vincere una prima volta è qualcosa di speciale, ma riconfermarsi è sempre difficile e quindi inorgoglisce maggiormente".

La tua seconda frazione della staffetta mista è stata strepitosa e determinante per l’esito finale. Cosa hai pensato in quel giro e quanto eri consapevole di stare facendo la differenza?

"Sinceramente non mi rendevo conto di quanto stesse accadendo, salvo che quando sono partito leggermente indietro rispetto alle prime posizioni ho solo pensato che dovevo recuperare il più possibile, cosa riuscita già nel primo terzo della mia frazione che mi hanno detto sia stata da me corsa particolarmente bene. Poi a un certo punto mi sono ritrovato addirittura davanti a tutti, non sapendo nemmeno cosa stesse succedendo dietro e ho solo pensato a spingere il più possibile perché mi sentivo molto bene, e pur venendo affiancato alla fine da un paio di atleti sono riuscito a dare il cambio a Marta in buona posizione come speravo".

Che clima si respira all’interno del gruppo azzurro e che responsabilità senti quando vieni spinto verso l'inizio?

"Il clima del gruppo è veramente magico come sempre, anche perché poi ben conosco i miei compagni di squadra avendo fatto con loro tanti raduni in carriera, e sicuramente determinante per dare il meglio di se stessi come del resto anche la responsabilità che si prova nel momento della partenza, forte e palpabile nella misura in cui oltretutto ti confronti con persone che vivono la competizione in modo diverso, Marta (Zenoni ndr) ad esempio era certa che avremmo vinto mentre Pietro (Arese ndr) appariva più cauto, ma è proprio questo che serve per dare il 101% delle proprie possibilità".

Sei certamente un atleta anomalo, medico sportivo di professione e atleta per passione. Ti riconosci in questa definizione e pensi di essere un esempio sul fatto che si possa arrivare ad alti livelli non essendo un professionista dello sport che pratichi?

"Sono diverso nella misura in cui la mia attività principale è la professione medica, ma sicuramente riesco anche a essere un atleta perché pratico uno sport che non richiede lunghissimi allenamenti giornalieri come altri, per cui quelle due ore al giorno circa che servono riesco a trovarle senza troppi problemi. Non penso in ogni caso di essere l'unico a riuscire a ottenere buoni risultati in questo modo, e sono fiero di appartenere a questa sia pur ristretta cerchia".

Nel 2025 non solo cross ma anche una stagione in pista molto intensa dagli 800 ai 5000 metri con diversi primati personali. Hai avuto più tempo per allenarti o è cambiata la tua testa nell'affrontare le gare?

"Il tempo è rimasto lo stesso così come i miei molteplici impegni professionali, ma ho avuto solo la fortuna di venire da un 2024 in cui sono riuscito a costruire una buona base senza particolari problemi fisici che mi hanno consentito una continuità negli allenamenti, proseguita nel 2025 con un aumento dell'attività in palestra. Quest'anno ho dunque raccolto quanto seminato facendo poi molte gare mirate, pure all'estero, e questo è stato importante anche per aumentare la mia esperienza agonistica".

© Grana/Fidal

Da medico sportivo hai una conoscenza profonda del corpo e dell’allenamento. Questo bagaglio scientifico incide nella gestione dei carichi di lavoro, nella prevenzione degli infortuni e nella preparazione degli appuntamenti chiave?

"Sicuramente si nella misura in cui io e il mio tecnico insieme a me, sappiamo con precisione la logica che sta alla base di ogni allenamento che faccio, e durante l'anno facciamo anche dei test che sono importanti sia a livello di prevenzione che di analisi di quello che può essere il giusto ritmo da adottare poi in una specifica gara a cui voglio puntare".

Segui anche la nazionale italiana di sci vivendo a stretto contatto con atleti di un altro sport di alto livello. Cosa porti di quell’esperienza nel tuo modo di correre, quali differenze e quali punti in comune hai riscontrato?

"Seguo atleti olimpionici dello sci e sicuramente rappresentano per me un riferimento per alcuni aspetti simili, nell'ambito dell'alimentazione, dell'approccio mentale prima dell'evento agonistico e dello scarico fisico successivo, anche se ovviamente ci sono poi grandi differenze specialmente nel riscaldamento pre gara, in quanto le mie sono discipline di endurance mentre le loro di assoluta potenza muscolare".

Conciliare lavoro, allenamenti e competizioni internazionali non è semplice, come organizzi le tue giornate, quali sono i sacrifici maggiori, cosa ti dà la motivazione per continuare a inseguire risultati così importanti?

"Bisogna solo sapersi organizzare al meglio, nella misura in cui mi bastano un paio di ore al giorno e, se si vuole trovarle, non è assolutamente un problema ma sicuramente servono delle motivazioni importanti e le mie sono quelle di pormi sempre degli obiettivi a breve/medio termine. Non faccio programmi lunghi come potrebbe essere quello di puntare alle Olimpiadi che saranno nel 2028, ma appena finisco una gara penso a quella successiva, e questo mi consente di non sentire la minima fatica mentale nell'affrontare ogni giorni le mie attività, tra professione e allenamenti".

L'anno scorso la vittoria in Turchia è stato il preludio per un 2025 di buone soddisfazioni anche in pista. Che obiettivi ti poni per il prossimo anno e quali i tuoi prossimi impegni agonistici?

"Dopo l'oro della staffetta mista di Lagoa ho subito pensato a pianificare le prossime gare, che sicuramente saranno i campionati italiani di cross a febbraio, mentre a livello di stagione al coperto vorrei comunque disputare qualche 3.000 indoor, perché poi all'aperto punto a qualificarmi per i 5.000 metri degli Europei di Birmingham in agosto, e su tale distanza in particolare vorrei migliorare anche il personale fatto quest'anno".

Guardando al tuo percorso e ai risultati ottenuti, che messaggio vorresti mandare ai giovani atleti che si trovano a scegliere tra studio, lavoro e sport?

"Il messaggio è che non si debbono fare delle scelte necessariamente, che si può fare tutto senza problemi, parlando ovviamente di atletica, perché il tempo c'è e serve soltanto sapersi organizzare al meglio ovviamente con una grande dote di passione".

© Grana/Fidal