Le vittorie valgono sempre tre punti ma hanno un peso specifico diverso. E quella ottenuta contro la Roma può rappresentare la svolta della stagione altalenante della Juventus. Dopo il Bologna, Spalletti vince con pieno merito anche il secondo scontro diretto e può passare un Natale sereno e magari trovare nella calza della Befana quel quarto posto che ora dista una sola lunghezza. Il calendario che porta alla fine del girone d'andata, infatti, sorride ai bianconeri, che ora affronteranno Pisa (fuori casa), Lecce (in casa) e Sassuolo (in trasferta).
Un successo come quello di ieri sera regala consapevolezza e morale a una squadra che sin qua ha davvero faticato tanto a trovare continuità nei risultati. Sono comunque diverse le buone indicazioni che ha regalato la sfida contro la Roma. A partire dal ritorno dal 1' di Bremer, forse l'unico vero fuoriclasse in difesa di questa squadra. Il brasiliano, in campo per un'ora, ha annullato Dybala e guidato alla perfezione la retroguardia. Fin quando è stato in campo lui, la Roma non si è praticamente mai resa pericolosa. Poi si è finalmente visto il vero Openda che, al di là del gol facile, ha giocato la sua miglior gara in bianconero, sempre nel vivo dell'azione e prezioso nelle sponde per i compagni. Chissà che il gol non lo abbia definitivamente sbloccato dal punto di vista psicologico. Importante anche l'impatto di Zhegrova: suo l'assist per McKennie da cui nasce la rete di Openda, unico neo il pallone malamente perso in mezzo al campo da cui nasce il gol giallorosso. Ha ancora poca benzina nelle gambe, ma le potenzialità sono enormi.
Arriviamo, infine, alle conferme: Yildiz è il Sole di questa squadra e con la sua luce accende anche i compagni. Quando parte da sinistra il turco è praticamente incontenibile e quella dello Stadium è stata la classica partita in cui è mancato solo il gol come ciliegina sulla torta. Conceiçao è finalmente tornato al gol e ha mandato in tilt la difesa della Roma prima di arrendersi a un problema muscolare. Locatelli e Thuram hanno giganteggiato in mezzo al campo, dando equilibrio (il primo) e geometrie (il secondo). La cura Spalletti sembra dunque funzionare, ma a Torino la parola d'ordine è piedi ben saldi a terra. Perché basta poco per rovinare quanto di buono fatto nelle ultime settimane.