La norma e i paletti

Napoli e Pisa, come funziona il mercato a saldo zero?

I due club potranno fare nuovi acquisti solo se la Lega Serie A verificherà l’integrale copertura economico-finanziaria, ma si può anche uscire dal blocco

di Marco Mugnaioli

Per la sessione del mercato di gennaio Napoli e Pisa avranno l'obbligo di operare a saldo zero. È questa la conseguenza di una nuova norma introdotta dalla FIGC per monitorare la sostenibilità dei club di Serie A, che prevede delle misure automatiche che incidono direttamente sulle operazioni di mercato (e in alcuni casi anche sulla gestione interna dei contratti) nel caso in cui una società superi il livello-soglia fissato al 31 marzo o al 30 settembre di ogni stagione. Calcio&Finanza spiega nel dettaglio il funzionamento di questa nuova norma e anche come sia possibile uscire dal blocco

Come funziona - Se un club supera la soglia imposta, viene disposta la non ammissione ai tesseramenti per la successiva sessione di mercato (estiva o invernale), o meglio l’ammissione a saldo zero. Il club può quindi fare comunque nuovi acquisti solo se la Lega Serie A verifica l’integrale copertura economico-finanziaria dei relativi impegni, che deve essere generata nella stessa sessione attraverso: cessioni di calciatori, altri trasferimenti, rinunce agli emolumenti, risoluzioni contrattuali. Finché il provvedimento rimane attivo, inoltre, non è possibile rinegoziare al rialzo gli ingaggi dei calciatori già in rosa.

Il blocco rafforzato - Se al momento del deposito successivo il livello è ancora superiore alla soglia, scatta un secondo livello di intervento che prevede il blocco totale delle operazioni di tesseramento per la successiva sessione di mercato, sempre accompagnato dal divieto di aumentare i costi contrattuali dei tesserati.

Come uscire dal blocco - Le misure possono essere revocate solo se la società dimostra di aver coperto l’eccedenza attraverso l'immissione di risorse proprie, che possono essere solo: versamenti in conto futuro aumento di capitale, o aumenti di capitale integralmente sottoscritti e versati in denaro, oppure versamenti in conto copertura perdite e infine finanziamenti postergati e infruttiferi dei soci. A questo proposito il Pisa avrebbe già iniziato a ripianare con versamenti programmati per uscire dal blocco.