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Inter, Mkhitaryan e la cura Chivu: "Ci ha ridato energia e unito il gruppo dopo la delusione"

Mkhitaryan racconta la rinascita dell'Inter: "Dopo la delusione Champions eravamo a terra"

di Redazione

Dalle difficoltà post-Champions alla nuova linfa portata in panchina: Henrikh Mkhitaryan racconta come Cristian Chivu abbia ricostruito la mentalità vincente dell'Inter senza stravolgere l'identità della squadra ereditata da Simone Inzaghi. Un bilancio a cuore aperto, tra presente e passato, analizzando le cicatrici di una stagione estenuante e la medicina necessaria per guarirle. 

Un avvio di stagione tra luci e ombre -

 L'analisi di Mkhitaryan a Cronache di Spogliatoio parte dall'attualità, con l'armeno che non si nasconde dietro a frasi di circostanza riguardo al cammino in campionato. "L'inizio non è stato negativo, ma nemmeno perfetto: potevamo sicuramente raccogliere di più", ammette il numero 22. La rotta, tuttavia, è tracciata: "Stiamo seguendo il nostro percorso. Siamo al giro di boa e i conti si faranno solo alla fine, ma l'Inter ha il dovere morale di puntare sempre al massimo, lottando per ogni trofeo disponibile".

Il peso delle 63 battaglie e il "blocco" mentale -

 Il vero nodo cruciale dell'intervista riguarda però l'eredità della scorsa annata. Una maratona di 63 partite conclusasi con l'amarezza della finale di Champions League persa, un colpo da ko che ha lasciato strascichi pesanti. "Non possiamo cancellare quel percorso lunghissimo, ma la squadra era mentalmente svuotata", confessa Mkhitaryan. "Dopo quella sconfitta, tutto il popolo interista e noi giocatori eravamo a testa bassa. La delusione era enorme e ci siamo resi conto che il passato non poteva essere riscritto".

È qui che entra in gioco la figura di Cristian Chivu. Il tecnico, subentrato in un momento delicato, si è trovato a gestire un gruppo ferito. "Ha preso la squadra quando eravamo giù di morale", spiega l'ex Roma. "Ma lui, che ha vissuto queste dinamiche da grande calciatore, sapeva esattamente cosa ci passava per la testa".

La gestione Chivu: psicologia ed evoluzione -

 Più che sulla tattica, il lavoro del nuovo allenatore è stato psicologico. "Ci ha ridato energia e fiducia, facendoci capire che l'unica cosa su cui abbiamo potere è il futuro", prosegue Mkhitaryan. La chiave del successo di Chivu risiede nella sua intelligenza gestionale: nessuna rivoluzione copernicana, ma un adattamento rispettoso.

"Non ha voluto cancellare quattro anni di lavoro dal primo giorno. Ha capito cosa mantenere e cosa toccare", sottolinea il centrocampista. "Pur avendo idee diverse (da Inzaghi, ndr), la sua grandezza è stata unirci. Ci ha fatto credere nuovamente che, insieme, nessun traguardo è precluso. Grazie alle sue parole abbiamo voltato pagina e ora quella finale è solo un ricordo alle nostre spalle".

La sfida contro l'anagrafe -

 In chiusura, un pensiero sulla sua longevità calcistica. A 36 anni, Mkhitaryan non ha intenzione di vivere di rendita: "Nel calcio quello che hai fatto ieri non conta più. Devi dimostrare di essere pronto ogni giorno". La ricetta per restare al top è l'umiltà e il lavoro di squadra: "Non è facile alla mia età, ma grazie allo staff medico e ai miei compagni riesco ancora a dare il mio contributo. Voglio offrire la miglior versione di me stesso all'Inter".