
Atalanta-Inter apre il tour de force di scontri diretti e match insidiosi in casa nerazzurra, un mese cruciale in campionato e Champions League che può indirizzare la stagione della squadra di Cristian Chivu. Contro i bergamaschi la prima sfida di spessore per mantenere il primato, col tecnico dei nerazzurri che conosce bene le insidie e i possibili ostacoli: "È sempre stata una partita ostica al di là della guida, hanno mantenuto la stessa identità e competitività e con Palladino hanno trovato ora continuità nel vincere e nell'avere gli stimoli giusti. Non sarà facile, non è mai semplice contro di loro per l'intensità e verticalità che ci mettono. Dobbiamo essere bravi, coraggiosi, mantenere la voglia e lo spirito di andare alla ricerca del gioco in verticale per vincere sulle seconde palle e sfruttare le occasioni che ci concederanno".
"Mercato? Ci sono ancora 5-6 giorni all'apertura, per un allenatore è difficile parlarne perché se spari e parli manchi di rispetto ai giocatori che hai. Un allenatore non verrà mai qui a dire cosa manca, cosa serve e chi devi prendere, perché significherebbe che chi ha non è all'altezza" ha aggiunto.
Poi facendo un primo bilancio in nerazzurro ha sottolineato: "Non parlo di me, ma della società. Questi mesi sono stati difficili all'inizio, per quello che era stato il vissuto e la fine della stagione scorsa, ma abbiamo fatto di tutto per metterci sulla strada giusta per essere competitivi. Abbiamo lavorato sodo e lasciato alle spalle la delusione del passato, le nostre mancanze, ci siamo messi in carreggiata e abbiamo provato ad aggiungere cose che servivano a questo gruppo dal punto di vista tattico e mentale. Non siamo perfetti ma stiamo cercando di migliorare gli aspetti che a volte indirizzano l'andamento di una stagione. Abbiamo fatto buone cose, altre meno, stiamo cercando di toglierci difetti sia collettivi che individuali. Anche se siamo a dicembre dire che è un cantiere aperto non è facile, ma la realtà è che una squadra che vuole essere competitiva debba mantenere le proprie ambizioni".
"Ci sono partite importanti da giocare, alcune partite poi forse indirizzano una stagione. Per noi tutte le partite sono importanti, questa è la mentalità che dobbiamo avere. Dobbiamo essere la migliore versione di quello che siamo. Poi ci si giudica troppo sulle piccole cose- ha detto-. Stiamo combattendo per migliorare per quanto riguarda motivazione e responsabilità. Non dobbiamo perdere di vista la voglia di osare. La squadra per arrivare fino in fondo deve osare".
Su Luis Henrique, sostituto di Dumfries per l'infortunio dell'olandese, ha aggiunto: "La responsabilità di ogni giocatore è importante, Luis Henrique essendo uno dei nuovi arrivati, trovandosi una realtà diversa a cui era abituato, viene giudicato o criticato per ogni piccolo dettaglio. Per lui non è semplice ma in questa circostanza non l'ho visto non all'altezza di una squadra come l'Inter. Ha fatto il suo, ha dato il suo contributo alla causa. Ovvio che poi possiamo dire gli sia mancata l'iniziativa, le aspettative, ma da quello che ha mostrato in campo non ha fatto meno di altri compagni. Denzel è importante per noi, per il suo apporto anche in termini di gol, ma non possiamo giudicare Luis Henrique in base ai gol che segna. Dobbiamo dargli tempo per esprimere al massimo le sue qualità perché grazie a Dio ne ha".
Chivu poi è stato chiaro sul "problema scontri diretti": "Noi dobbiamo essere più forti di frustrazioni e ingiustizie. Noi abbiamo l'obiettivo di lavorare sodo e di aggiungere qualcosa in più dal punto di vista motivazionale. Non dobbiamo sempre fare le cose belle, la squadra ha un'identità e c'è qualcosa da aggiungere. Potevamo magari accelerare il processo ma non è mai facile aggiungere tanto in poco tempo. Siamo consapevoli di quello che ci manca. Stiamo lavorando con determinazione e responsabilità. Dobbiamo uscire dalla comfort zone".
"Frattesi esterno? "Non ho mai pensato a questo. Abbiamo provato esperimenti con Carlos e Diouf, che comunque può interpretare il ruolo per impatto fisico e caratteristiche che ha. A Davide non abbiamo mai pensato a questo. Lo abbiamo provato sotto punta, poi Davide per vari motivi ha giocato meno ma non posso raccontare tutte le cose. Alcune cose non posso venire a raccontarle. Abbiamo un giocatore come Luis Henrique per ricoprire il ruolo a destra e lo sta facendo discretamente bene. Diouf quando subentra ci dà degli spunti, come saltare e nel cercare la porta".
E sul recupero di Calhanoglu e la possibilità di vedere Josep Martinez dal 1' ha aggiunto: "Calhanoglu ha dato continuità e sta bene ed è ha disposizione per domani. Per quanto riguarda Pepo ha dato buoni segnali in semifinale a Riad. In questo mese e a gennaio lo rivedremo ancora. Sarei ipocrita dicessi che siamo contenti per quanto fatto in Supercoppa. Negli ultimi anni giocare contro il Bologna non è mai stato semplice. Nel secondo tempo la prestazione è stata giusta, ho visto delle cose buone e dobbiamo aggiungere qualcosa. Con il bello a volte non si vincono sempre le partite. Bisogna trovare la chiave giusta e aggiungere qualcosa in più. Io non voglio togliere ma aggiungere".
Rispondendo poi a una domanda sulla necessità di mettere qualcuno sulla graticola per motivare il gruppo Chivu ha aggiunto: "Le cose che si dicono in uno spogliatoio si dicono in faccia. Si fa critica e autocritica. Io mi sono sempre posto come principio il rispetto dei giocatori ma questo non vuol dire che non dica le cose nello spogliatoio. Noi siamo consapevoli di quello che possiamo migliorare. Sembra semplice visto da fuori ma non lo è. Questa squadra sta lavorando sodo e ha il coraggio di mettersi in gioco. Poi è ovvio che quando si vince non è semplice. Però abbiamo sempre cercato di mettere tutto quello che abbiamo per migliorare. Sono consapevoli di quello che manca, perchè li si responsabilizza sempre per tirare fuori qualcosa in più. Si lavora sempre per migliorare e accettare i difetti. Bisogna guardarsi nello specchio è chiedersi cosa fare per uscire dalla zona comfort. Le risposte ci sono state anche dall'inizio della stagione con il gruppo che si è compattato. In una centrifuga, come diceva Trapattoni? Mi stimola, io l'esperienza l'ho sempre avuta e la cosa importante è imparare e avere la pelle dura. Io so chi sono e la mia lealtà è forte e so cosa posso portare a tavola. La cosa che ho imparato nella vita però è anche che non ho paura di stare da solo a tavola. Ho una dignità che non è in vendita. So cosa porto e cosa posso portare in una squadra competitiva".