Bisogna fare un passo indietro, prima di capire perché Enzo Ferrari abbia deciso di "prestare" il suo motore V12 da Formula 1 a un cantiere navale. Gli anni '50 sono un periodo di sperimentazione tecnica e di coraggio personale senza precedenti. Parliamo del decennio in cui si disputa la prima stagione di Formula 1, si corre ancora la 1000 miglia su strade aperte al pubblico e ogni occasione è buona per provare a battere un record di velocità. Non solo su strada, agli italiani - in particolare - "volare" sull'acqua piace parecchio.
© Foto da web
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Un record ancora imbattuto
Arriviamo così al 15 ottobre 1953. Sul Lago d'Iseo, lo specchio d'acqua dove i bresciani - abilissimi velisti e velocisti - costruiscono e collaudano imbarcazioni tra le più belle, desiderate e potenti del mondo. Le sue acque calme e morbide, viste anche le dimensioni ridotte, sono l'ideale per cimentarsi in imprese a tutta velocità. Achille Castoldi, ingegnere e pilota, sale a bordo dell'Arno XI: raggiunge i 242,708 chilometri orari e conquista il record nella categoria di imbarcazioni entro gli 800 kg.
Motore Ferrari
Castoldi apparteneva a una famiglia d'arte. Sia il fratello sia il cugino erano - a suo pari - ingegneri e appassionati di motonautica. Nell'ambiente si era guadagnato una certa reputazione che gli ha permesso di farsi amicizie influenti nel mondo dei motori. Le sfruttò per presentare il progetto direttamente a Enzo Ferrari che si offrì di vendergli un motore 4.5 litri V12 della 375 di Formula 1. I Castoldi aggiunsero due compressori volumetrici per portarlo a una potenza superiore ai 600 CV.
Imbattibile
L'Arno XI era un idroplano: un'imbarcazione che emerge completamente dall'acqua per via del suo scafo. Questa configurazione è particolarmente indicata per le sfide sportive. Nel 1953, pensare di costruire e pilotare questo tipo di natante con un motore V12 da Formula 1, è un'idea folle. Non esistevano pratiche e dotazioni di sicurezza codificate e mature, lo scafo era costruito in legno e il motore - seppur adeguatamente modificato - non era concepito per questo tipo di applicazione. Eppure, se ancora oggi il record della Arno XI resiste lo dobbiamo all'impavidità ed al coraggio di Achille Castoldi. Tra le figure di riferimento di una generazione di pionieri che non aveva paura di niente.