Oscar Pistorius può sorridere: dopo un anno trascorso nel carcere di Pretoria il 28enne campione paralimpico ha ottenuto gli arresti domiciliari. Lui, che nella notte di San Valentino di due anni fa uccise con quattro colpi di pistola la fidanzata Reeva Steenkamp nella sua villa in Sudafrica. E', però, un'esultanza a metà: il processo d'appello in programma il prossimo 3 novembre potrebbe ribaltare tutto e infliggergli un inasprimento della pena.
Il pubblico ministero ha impugnato la sentenza di ottobre 2014 che ha condannato l'atleta a 5 anni di prigione per omicidio colposo e ora la Corte Suprema deciderà se confermare il verdetto o se rigiudicare Pistorius, che in tal caso rischierebbe fino a 15 anni di reclusione. Ad agosto avrebbe già dovuto essere libero, avendo scontato un sesto della pena, ma la ministra della Giustizia ha bloccato per due volte il provvedimento. Oggi Oscar potrà riabbracciare la sua famiglia, probabilmente sconterà i domiciliari nella casa dello zio Arnold, lontano dagli occhi dei media. La famiglia Steenkamp ha accolto la notizia senza troppe recriminazioni, con il padre di Reeva che ha già fatto sapere che accetterà qualunque decisione giudiziaria. Aspettando il prossimo, fondamentale capitolo che sarà scritto in tribunale tra due settimane.
Pistorius è ai domiciliari: il 3 novembre processo d'appello
Per l'atleta sudamericano c'è il rischio di un inasprimento della pena
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