A quasi 69 anni, Zdenek Zeman ha finalmente la grande occasione di portare a casa il suo primo trofeo da allenatore. Il suo Lugano, infatti, ha battuto fuori casa per 2-1 il Lucerna e si è qualificato per la finale di Coppa di Svizzera. Eroe di serata il greco Anastasios Donis, 19enne attaccante di proprietà della Juve, e autore della doppietta decisiva. Il momentaneo pari era stato realizzato da Schneuwly. La finale a Zurigo il 29 maggio.
Grinta, corsa e un po' di fortuna. Questi gli ingredienti che hanno permesso al Lugano di tornare in finale di Coppa di Svizzera dopo 23 anni. Niente male per una squadra neo-promossa e che in campionato stenta ed è in piena lotta per non retrocedere.
Gara pazza quella andata in scena a Lucerna. Il Lugano ho trovato la via del gol dopo appena 96 secondi con Donis, che ha approfittato di un errato passaggio dell'ex Thiesson e ha battuto Zibung per l'1-0. Sulle ali dell'entusiasmo i ragazzi di Zeman hanno dominato il primo quarto d'ora, andando vicinissimi al raddoppio (clamoroso auto-palo di Sarr). Giocate spettacolari ed errori fanno parte del Dna delle squadre zemaniane e in pieno recupero un pasticcio Valentini-Djuric ha regalato il rigore del pareggio.
A inizio ripresa ancora Donis ha riportato avanti gli ospiti, rimasti anche in 10 negli ultimi 20' per il rosso a Djuric. Nel finale Sabbatini ha sprecato il match-point, spedendo contro la traversa un rigore a cucchiaio. La beffa sembrava nell'aria, ma Valentini in pieno recupero ha compiuto una grande parata che ha mandato in visibilio il migliaio di tifosi accorsi da Lugano.
A fine gara Zdenek Zeman è sorridente ed emozionato. "Sono contento anche se la partita la potevamo chiudere. Dobbiamo metterci in difficoltà sempre". Sul rigore. "Doveva battere Sabbatini, ma non doveva tirare così. Ci viene la fantasia su cose che sono importanti per noi, la società e la città. E noi ci scherziamo, e non può essere".