Il mondo del calcio omaggia il "Profeta del gol" Johan Cruyff, morto a Barcellona a 68 anni. Molti i ricordi e i messaggi di stima dei protagonisti del pallone di oggi e di ieri. Avversari, compagni di squadra, allenatori e campioni hanno reso omaggio alla Leggenda del calcio totale. Da Beckenbauer a Trapattoni, passando per Platini, Riva, Oriali e Capello.
"Sono choccato. E' morto Johan Cruijff. Lui non è stato solo un grande amico ma un fratello per me". cosi' Franz Beckenbauer ha ricordato, con un tweet, Johan Cruijff.
"Oggi il calcio ha perso uno dei piu' grandi giocatori ed ambasciatori di sempre'': cosi' Michel Platini ricorda Johann Cruijff, morto oggi a 68 anni. ''Sono molto triste - le parole di Platini riportate dal sito dell'Uefa - perche' Johan e' stato l'eroe della mia giovinezza, un idolo e un amico. Mi manchera' moltissimo. I miei pensieri vanno con affetto alla sua famiglia".
"A quei tempi era il piu' grande, nessuno riusciva a contenerlo, soprattutto quando partiva in velocita' da centrocampo". Gigi Riva, il piu' grande attaccante azzurro del Dopo Guerra, ricorda cosi' Johan Cruijff, il piu' grande calciatore europeo scomparso oggi all'eta' di 68 anni. "Cruijff - racconta Riva - era anche molto altruista e faceva fare tanti gol anche agli altri compagni. Non ci siamo mai incontrati sul campo, ma nella vita una volta si'. Era negli anni Ottanta, sulle tribune del torneo di Viareggio, quando tutti e due stavamo cercando delle giovane promesse da lanciare".
"Lui è stato uno dei più grandi giocatori in assoluto in un'Olanda particolarmente fortunata. Insieme a lui c'erano dei grandi, lui regalava il massimo dell'espressione tecnica". Lo ha detto Gianni Rivera, ex campione del Milan e Pallone d'Oro nel 1969, ricordando Johan Cruijff. "Lui era tra quelli che si liberavano più facilmente delle marcature con tecnica e velocità, oltre ad una discreta forza fisica", ha aggiunto. "Io in campo l'ho incontrato una sola volta, ma si capiva che era una grande persona oltre che un grande giocatore. Cruijff allenatore? Uno che fa l'allenatore e vince qualcosa ha fatto sicuramente bene, perlomeno non ha fatto danni", ha concluso Rivera.
"Quando me lo trovai di fronte Johan Cruijff era all'apice della carriera, l'uomo che stava cambiando il calcio per sempre: io avevo 19 anni, e sapete tutti come andò a finire". Così Gabriele Oriali ricorda il genio del calcio totale scomparso a Barcellona. "Era un campione impossibile da marcare e amato da tutti", ha aggiunto. "E' uno degli eletti del calcio - ha concluso l'ex giocatore interista -. Provo un dispiacere fortissimo".
"Ho incontrato e provato a marcare Johan Cruijff nella finale di Coppa Campioni '69, ma lui era un altro tipo di attaccante rispetto a Pele': rompeva ogni schema,e non ci si capiva piu' molto". Giovanni Trapattoni piange con tutto il calcio mondiale Johan Cruijff. "Era un giocatore universale, sulle orme di Di Stefano non attaccava solo li' davanti ma andava a prendersi la palla lontana: era tutto e non era niente, non c'era un ruolo per lui - ricorda Trapattoni -. Era l'antitesi della tradizione: da allenatore mi sono poi spesso dovuto confrontare con quel calcio: molto piu' difficile da affrontare per chi lavora su ruoli, schemi, abitudini. Solo con Sacchi il calcio italiano ha virato verso la strada indicata da Crujiff".
"Joahn Cruijff è stato il piu' grande giocatore europeo della storia". Così Fabio Capello ricorda il campione scomparso. "Faceva la differenza. Due giocatori mi hanno impressionato nella mia carriera, Bobby Charlton e Cruijff perché erano giocatori che inventavano ed erano leader in campo. Cruijff aveva grande carisma, fantasia e velocità, era un leader. Era un olandese atipico, ordinato ma si divertiva. Peccato che per presunzione non ha vinto nulla con la nazionale".