La tanto attesa e temuta contestazione da parte dei tifosi del Napoli si è risolta con dei fischi e poco più. In particolare, nel mirino è finito Lorenzo Insigne: quando lo speaker ha pronunciato il suo nome durante la lettura della formazione, dagli spalti si sono uditi forti fischi, come pure al momento della sua sostituzione a metà del secondo tempo. Stessa reazione anche pochi istanti prima della partita, quando i giocatori azzurri si sono tutti avvicinati alla panchina stringendosi in un abbraccio.
Un gesto non usuale e non apprezzato dai tifosi, che hanno fatto partire i fischi dalle curve, poi seguiti anche da qualche applauso, soprattutto dalle tribune. In curva A è stato inoltre mostrato un solo striscione con la scritta "Rispetto", come già avvenuto all'esterno dello stadio in occasione dell'allenamento di due giorni fa. Mentre la Curva B ha deciso di attuare uno sciopero del tifo, che era stato già annunciato prima dell'insubordinazione al ritiro e che dipende dalle nuove e più stringenti regole sui posti assegnati, le bandiere e i megafoni in curva.
Lo scenario si è ripetuto a fine gara, quando al triplice fischio dell'arbitro i tifosi hanno fischiato e urlato il coro "andate a lavorare" contro i giocatori azzurri. La squadra è rimasta per qualche momento nel cerchio di centrocampo, rivolgendo poi un saluto agli spalti, ma i fischi sono aumentati e allora i calciatori di Ancelotti sono usciti a capo chino dal terreno di gioco.
In tutto, comunque, si sono presentati solo pochi tifosi, in tutto circa 23.000, con le curve che hanno mostrato ampi spazi vuoti.