Il gioco dei superlativi: dalla grande Spagna alla grandissima Germania. Da una prestazione straordinaria ad una necessariamente super-straordinaria. Perché se gli spagnoli erano forti, i tedeschi - parola di Conte - sono i migliori. Perché per il nostro ct hanno tutto più di tutti: tecnica, talento, fisicità e organizzazione. E allora, ecco il catenaccio verbale, quel dire e non dire che Loew non a caso ha bollato come "furbizia tipicamente italiana". Il commissario tecnico tedesco, insomma, si aspetta sorprese "perché succede sempre così quando giochi contro di loro". Loro cioè noi, noi cioè Conte che prepara la sua sorpresa: Daniele De Rossi.
Condizioni discrete quelle del romanista in una partita in cui però "non bisogna stare bene ma benissimo - ha detto in maniera sibillina il ct - in cui non serve essere al 100 percento ma occorre raggiungere il 120 percento". Insomma, stando alla lettera, DDR può giocare ma non dall'inizio. Anche perché l'Italia "ha una struttura di gioco organizzata in cui ognuno (leggasi Sturaro) sa cosa fare e come farla". Eppure noi una spiraglio, o forse qualcosa di più, lo intravediamo. Abbiamo visto De Rossi sul campo di Bordeaux ridere e scherzare coi compagni e camminare senza essere minimamente claudicante (cosa invece chiaramente visibile sino all'altro ieri) e, non ultimo, conosciamo la sua volontà di ferro: ora come ora gli diamo un 51 percento di possibilità di esserci.
La decisione definitiva arriverà solo all'ultimo. Ancora una notte di pensieri e una rifinitura per valutare e allontanare i dubbi. Più che furbizia qui serve accortezza. Conte ci pensa, De Rossi si scalda.