Ibra: "Io il Dio di Manchester"

Non si è fatta attendere la replica dello svedese all’ex leggenda dei Red Devils, che lo aveva avvisato: "Il re sono solo io, tu al massimo sarai principe"

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Era molto difficile aspettarsi che uno come Ibrahimovic, nuova stella dello United, non rispondesse alla provocazione di Cantona, che settimana scorsa lo aveva avvertito che a Manchester c'è solo un re (il francese) e che lui avrebbe al massimo potuto essere il principe. "L'ho sempre ammirato, però deve sapere che io non voglio essere il re di Manchester, ma il Dio di Manchester" ha replicato lo svedese in perfetto stile Ibra.

Un'uscita scherzosa ma che dà la giusta dimensione delle misure dell'ego dello svedese, che già in passato è stato più volte protagonista di uscite che, diciamo così, non brillavano per modestia: dal "Zlatan non fa provini" con cui rifiutò l'Arsenal a 17 anni al "Io sono Zlatan e voi chi diavolo siete?" con cui si presentò ai nuovi compagni dell'Ajax, lo svedese ha inanellato una serie di uscite pubbliche che hanno fatto parlare di lui almeno quanto i suoi gol.

"È vero, non so molto dei calciatori di questo campionato, ma sono sicuro che loro sanno molto di me" disse Ibra arrivando a Parigi e fu la prima di una lunga serie di perle dedicata ai giornalisti d'Oltralpe: "Non ho bisogno di un soprannome. Se vuoi impressionarti, guardami giocare", "Sono come il vino, più invecchio e più divento buono", fino ad arrivare a chiedere di sostituire la Torre Eiffel con una sua statua per convincerlo a restare al Psg. "Stile svedese o slavo? Nessuno dei due, è lo stile di Zlatan" e a Manchester stanno già iniziando a conoscerlo.

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