Stop and go passando per broker thailandesi, colossi del commercio online cinesi, principi arabi e imprenditori americani: il tutto nel 30esimo anniversario dell'acquisto del Milan da parte di Silvio Berlusconi caduto lo scorso 20 febbraio. Una trattativa infinita, una cessione durata un anno e caratterizzata da tanta incertezza, fino ad oggi, fino al giorno che resterà nella storia rossonera, il 5 agosto 2016.
Dopo gli annunci di ricerca di soci o di volontà di vendita dell'intero pacchetto del Milan, il 31 luglio 2015 alla corte di Silvio Berlusconi arriva Mr. Bee Taechaubol, emissario di una cordata di investitori che vuole rilevare il 48% del Milan per 480 milioni di euro. Arrivano gli incontri, i comunicati congiunti, le strette di mano, le foto e i preannunci di regali di Natale. Ma poi l'affare salta. Decisive nel fallimento della trattativa le turbolenze delle borse asiatiche e la discussione riguardante la futura governance del club. I potenziali acquirenti vogliono avere potere decisionale, pur divenendo soci di minoranza, alla luce della notevole cifra (480 milioni) che sono pronti ad investire. Si palesa anche il fondo di investimento americano Madison che, a cifre molto inferiori, acquisirebbe, come Mr Bee, il 48% delle quote societarie. Sfumato Mr Bee spunta Alibaba, il gigante dell`e-commerce che è già comproprietario del Guangzhou Evergrande, in passato allenato da Marcello Lippi. Ma Jack Ma ed Alibaba nulla avrebbero a che fare con la cordata cinese che ha poi trattato il Milan guidata dall`advisor Sal Galatioto. La sua GSP ha fatto l'offerta: 730 milioni per l'acquisto del 100% del pacchetto azionario rossonero, il 70 % subito e il restante 30% da acquisire entro il termine della prossima stagione.
Il cda di Fininvest che serve per la firma del mandato a vendere al gruppo cinese, notifica l'esclusiva per un mese. Ma la firma sull`esclusiva non è vincolante: Berlusconi avrebbe sempre la possibilità di fare marcia indietro e tenersi il Milan. Poi oggi l'ennesimo colpo di scena: perché ad acquistare non è stata la cordata cinese rappresentata dai manager Gancikoff e da Galatioto né il gruppo Fosun (alle spalle del quale c'è il super procuratore portoghese Jorge Mendes) entrato in contatto con Silvio Berlusconi negli ultimi tempi, ma invece un nuovo gruppo orientale rappresentato dal manager Yonghong Li, che ha trattato l'acquisto del club in gran segreto. In mezzo la controversa vicenda dello stadio non arrivata a buon fine ed i disastri della gestione sportiva con i tanti allenatori cambiati negli ultimi anni: da Seedorf a Inzaghi passando per Mihajlovic, Brocchi ed oggi Montella.