Tempo di bilanci per la Formula 1, con i piloti giunti a Interlagos. "Questa stagione è stata dura. Io sono contento di come ha risposto il mio corpo e spero che la Williams crescerà, ma lo farà senza di me perché andrò via", rivela Robert Kubica. "L'anno prossimo punto al mondiale, ma non sono come Rosberg e non farò lotte interne nel team Mercedes", dichiara Valtteri Bottas. "Voglio un podio con la Renault", confessa Daniel Ricciardo.
Con il mondiale piloti già vinto da Lewis Hamilton e quello dei costruttori già andato alla Mercedes, il Gran Premio del Brasile diventa quindi un'occasione per togliersi qualche soddisfazione di fine campionato, ma soprattutto di capire in anteprima cosa potrà succedere nel 2020. E Robert Kubica ci sta lavorando, partendo dalla consapevolezza che non avverrà ancora in Williams: "Qui sono andato sul podio nel 2009, ma parlare di aspettative per questa gara è un po' complicato. Stavolta sarà quasi impossibile lottare per qualunque posizione più alta rispetto a quelle a cui siamo abituati. Sicuramente per me non è stata una stagione semplice, credo che nessuno in Williams possa definirsi contento di come siano andate le cose. Il team però lavora sodo, forse alcune cose potevano essere gestite meglio, ma con il materiale che abbiamo i ragazzi hanno sempre dato il massimo. Se manca il passo non si può fare molto e le persone non ti possono rendere più veloce. Questo è però un gruppo forte e unito, a cui auguro di migliorare quello che c'è in vista dell'anno prossimo. Senza di me, però, visto che lascerò la Williams". E sul prossimo passo della sua carriera, il polacco è stato criptico: "Sono molto contento di essere tornato al più alto livello del motorsport, dopo così tanto tempo e con tutte le limitazioni che ho. Ho sentito dire a tante persone che non ce l'avrei mai fatta, e invece lascio la stagione contento di come il mio corpo ha reagito a così tante sfide e difficoltà, e lo stesso vale per la mente e il cervello. Il futuro? Sono rilassato e fiducioso, voglio continuare a gareggiare, ci sto lavorando sopra e probabilmente potrei mettere in atto programmi diversi".
Chi ovviamente riparte dalla Formula 1 è invece Valtteri Bottas, che non si nasconde: "Siamo reduci da una settimana di festeggiamenti, e per me essere parte di un team come la Mercedes che sta riscrivendo tutti i record ha grande significato. Credo che questa sia stata la migliore stagione della mia carriera, ma punto a crescere ancora. Già quest'anno ho però trovato più regolarità e commesso meno errori, quindi sono fiducioso. Sono anche cresciuto molto a livello di guida e sono contento, ma nello stesso tempo non mi accontento. Chiaro che il momento è molto felice, e vorrei portare quest'onda positiva anche nella prossima stagione. Ovviamente vincere il campionato è un obiettivo e so che Lewis l'ha perso contro un compagno in una stagione particolare, ma io sono diverso da Nico Rosberg. Preferisco che a parlare sia la pista e ho i miei piani per raggiungere l'obiettivo, che magari sono diversi dai suoi. Per farcela dovrò battere tutti i piloti incluso il mio compagno, ma preferisco concentrare tutti i miei sforzi sulla guida. Se dovessi pensare ad altro il mio rendimento peggiorerebbe, magari sconvolgerei l'altra parte del garage ma correrei il rischio di distrarmi anch'io. Il piano per l'anno prossimo c'è, ma non vi spiegherò in cosa consiste".
Un piano diverso è quello di Daniel Ricciardo, che soprattutto ha un obiettivo diverso: "Credo di aver trovato costanza in macchina quantomeno alla domenica, mentre in quelifica non sempre siamo al livello della McLaren, che rappresenta il nostro punto di riferimento. A mia volta io sono sempre più a mio agio e capisco meglio cosa devo fare per far funzionare meglio la mia monoposto. Le ultime gare sono andate bene e io sapevo che al mio primo anno in Renault ci sarebbero state delle problematiche. Ho affrontato però questa sfida a mente aperta, e mi sono prefissato di dare il meglio di me sapendo che sarebbe servito del tempo per portare il team dove volevamo. Ancora non ci siamo, ma la seconda parte della stagione ci dà la forza per rinnovare la sfida in vista del 2020. I mesi di riposo saranno fondamentali, abbiamo già imparato molto e l'anno prossimo puntiamo al podio. Ma quello che mi manca non è lo champagne, è sufficiente sapere di poter lottare con i primi tre team". Una sfida raccolta da Sergio Perez: "In realtà già in questa stagione noi della Racing Point siamo a 18 punti dalla Renault, e la stagione non è finita finché non è finita. Sicuramente per certi versi è stata una stagione deludente, e lo abbiamo capito fin dall'inizio. Ci aspettavamo di essere forse un po' più competitivi a questo punto dell'anno, ma anche noi siamo cresciuti nel corso dell'anno. In particolare grazie alla strategia abbiamo sfruttato diverse situazioni e conquistato punti importanti. Dopo l'estate abbiamo fatto generalmente bene, e su piste dalle caratteristiche molto diverse il che è un ottimo segnale. Siamo stati in battaglia con tutti, e vogliamo chiudere la stagione al massimo. In gioco c'è ancora tanto".
Chi sembra aver tirato i remi in barca è invece Romain Grosjean, al volante di una Haas in cui i problemi non mancano: "Questa stagione è stata davvero complicata, dopo un test invernale molto promettente siamo partiti in Australia con un pit-stop disastroso che in qualche modo è già stato un brutto presagio. In pista e anche fuori facciamo del nostro meglio, ma siamo in una condizione in cui la macchina non è abbastanza forte. Tutto il lavoro che facciamo non si traduce in risultati concreti in pista, ultimamente fatichiamo anche solo a lottare per i punti e per questo abbiamo iniziato a concentrarci in anticipo sulla macchina del 2020. Il team sa su che cosa serve lavorare, ne abbiamo discusso a lungo e l'anno prossimo reagiremo. Questo lavoro è sotto gli occhi di tutti, a partire dai nostri sponsor e partner. A me è già capitato di vivere situazioni del genere, in cui arrivi a una gara sapendo di avere possibilità minime di lottare per una buona posizione, sicuramente non è semplice ma si può reagire. E ho fiducia che noi ce la faremo".