Quella di Fabio Pisacane è una favola del calcio. Il difensore del Cagliari ha esordito in serie A contro l'Atalanta, partita vinta dai sardi 3-0. Una prima volta che il difensore napoletano non dimenticherà facilmente, dopo tutte le disavventure che ha passato. Gli inizi nel professionismo con la maglia del Ravenna, la paralisi improvvisa, il rifiuto alla combine fino alla realizzazione di un sogno che sembrava impossibile.
30 anni compiuti lo scorso 28 gennaio, ma il calcio il regalo più bello gliel'ha fatto il 18 settembre 2016. L'esordio in serie A. Una partita quasi perfetta la sua, tranne che per una sbavatura: il fallo da rigore su “El Papu” Gomez. Fortunatamente per lui, ci ha pensato Rafael a non rovinargli il pomeriggio parando il tiro dagli 11 metri di Paloschi. Ma dietro a questa partita c'è tutta una storia che merita di essere raccontata.
Pisacane comincia nelle giovanili del Genoa. Una mattina si sveglia e si ritrova completamente paralizzato a causa di una grave malattia: la sindrome di Guillain-Barrè. Dopo mesi il calciatore guarisce definitivamente e può, così, tornare a inseguire il proprio sogno. La prima stagione da professionista è nel Ravenna, annata 2005/2006. Dopo un paio di anni in C, nel 2008 viene acquistato dal Chievo in comproprietà con il Lumezzane. E proprio con la squadra lombarda, nel 2011, riceve una proposta di combine dall’allora ds del Ravenna, Giorgio Buffone. A Pisacane, che ai tempi guadagnava circa 100mila euro all’anno, vengono offerti 50mila euro per alterare il risultato di una partita.
Il calciatore rifiuta la proposta, ma il suo gesto passa in secondo piano rispetto a quello di Simone Farina, altro calciatore che denunciò una tentata combine. Nel 2012 la Fifa li premia entrambi per il loro gesto, e li nomina ambasciatori per il calcio pulito nel mondo. Pisacane continua a inseguire il suo sogno, e nel 2015 firma con il Cagliari, appena retrocesso in serie B. La promozione, la conferma nella formazione rossoblu’ e, finalmente, l'esordio in Serie A. "Ce l'ho fatta, mi godo questo momento. Oggi il destino mi ha dato un grande aiuto. Erano 4 mesi che mi immaginavo questo momento e non ho mai mollato". Le parole del difensore dopo la partita, che scoppia in lacrime, sono una liberazione per aver raggiunto il proprio sogno. Contro tutto e tutti.