Oggi gli accertamenti, l'apprensione c'è, il rischio è alto: se, come si teme, si trattasse di strappo, il 2016 di Lucas Biglia sarebbe già finito. Il condizionale è d'obbligo e potrà lasciare spazio all'indicativo solo dopo l'esito dei test in programma alla clinica Paideia: di certo, trattandosi di una ricaduta - sempre il solito polpaccio sinistro, quello che aveva già costretto il regista della Lazio a saltare Pescara e Milan - le previsioni non sono ottimistiche.
Di certo, a conti fatti, il rientro contro l'Empoli è stato un azzardo. Solo otto minuti e il crac. Ma, a parziale giustificazione di Inzaghi che lo ha messo in campo e dello staff medico che ha dato l'ok, l'azzardo è stato forse e soprattutto dello stesso Biglia che ha voluto a tutti i costi accelerare il rientro, andando incontro ad una ricaduta e lesionandosi nuovamente un muscolo delicato che impone tempi lunghi di ripresa. Ora, se si trattasse come si teme di uno strappo il recupero non potrebbe avvenire in meno di tre mesi, se fosse invece uno stiramento di 1°/2° grado si oscillerebbe tra i 40 e i 60 giorni. In ogni caso, una brutta tegola.