"La trappola che mi è stata tesa è stata vincente. Lo devo accettare. Stavo cercando di aiutare qualcuno che conoscevo da 30 anni: è stato un errore". Amareggiato, ma tranquillo, Sam Allardyce ha rilasciato le sue prime dichiarazioni ai microfoni della stampa britannica il giorno dopo il grande scandalo che l'ha destituito dalla carica di ct dell'Inghilterra. "È stato un errore di giudizio da parte mia".
Il Daily Telegraph, con un'inchiesta lo ha smascherato mentre dispensava consigli a finti uomini d'affari del Medio Oriente su come aggirare le regole inglesi che vietano le terze proprietà e dava la disponibilità ad entrare in un affare da 400 mila sterline.
Braccato dai cronisti fuori dalla sua casa a Bolto, Allardyce, che si era seduto sulla panchina dell'Inghilterra lo scorso luglio guidando la nazionale inglese per un solo match (vinto), ha rilasciato una dichiarazione spontanea, senza rispondere a domande specifice. "L'accordo con la FA è stato trovato in maniera amichevole, mi sono scusato con la federazione e con tutti quelli colpiti dalla spiacevole situazione in cui mi sono cacciato. Ho un accordo di riservatezza e non posso rispondere ad altro, voglio solo andare via e riflettere. Ma prima voglio fare un grosso in bocca al lupo a Gareth e a tutta la nazionale inglese: auguro loro il meglio". Infine una battuta: "Tornare un giorno nel calcio? Chi può dirlo, vedremo".
Le rivelazioni del Daily Telegraph fanno emergere nuovi dettagli e lo scandalo si sta allargando a macchia d'olio: sono ben otto o manager coinvolti che hanno ricevuto delle vere e proprie tangenti durante le sessioni di mercato, nell'ambito di trasferimenti milionari di calciatori.