Di lui si dice sempre che ha cambiato il mondo del calcio, prima in campo, poi in panchina. E non poteva che chiamarsi "La mia rivoluzione", la biografia di Johan Cruyff, che esce oggi a sei mesi di distanza dalla scomparsa del "Profeta del gol". Un libro in cui l'olandese ha ripercorso la sua carriera, lasciando in eredità anche la sua formazione ideale. Una top 11 nostalgica dove ci sono tanti fenomeni del passato e nessuno dei nostri giorni.
A difendere i pali della squadra dei sogni di Cruyff c'è Lev Yashin, il Ragno Nero russo, diventato idolo di tanti numeri uno cresciuti nel suo mito e unico portiere ad aver vinto il Pallone d'oro. In difesa, l'olandese ha indicato la potenza e la classe di Roberto Carlos, i piedi vellutati e il carisma di Franz Beckenbauer e il suo ex compagno all'Ajax e in nazionale Ruud Krol, che giocò anche nel Napoli. A centrocampo, l'inglese Bobby Charlton e l'allievo Pep Guardiola, allenato al Barcellona e considerato suo rivoluzionario erede in panchina. Un altro compagno al Grande Ajax spunta in mediana. E' Piet Keizer, inserito insieme alla leggenda madridista Alfredo Di Stefano. Infine un trio delle meraviglie in attacco: Garrincha, Maradona, Pelé.
La biografia di Cruyff, scritta con Jaap de Groot, in Italia è pubblicata da Bompiani. L'olandese è scomparso lo scorso 24 marzo, a 68 anni, stroncato da un cancro ai polmoni.