Alzi la mano chi si ricorda di Vincent Pericard, attaccante francese che a inizio millennio vestiva con promesse mai mantenute la maglia della Juventus. In bianconero una sola presenza in Coppa Italia e uno spezzone in Champions, ma a distanza di anni ha trovato il coraggio di raccontare il suo personale dramma vittima di una forte depressione ai tempi dello Stoke City: "E' un posto orrendo e molte persone pensavano al suicidio. Anch'io...".
Per fortuna l'attaccante di origine camerunese, ritiratosi nel 2012 all'Havant & Waterlooville, riuscì a resistere all'insana tentazione, ma in un'intervista al The Sun ha parlato col cuore in mano di quel periodo. Con la maglia dei Potters ha giocato dal 2006 al 2009 collezionando meno di quaranta presenze: "Ho fatto veramente fatica ad ambientarmi alla zona - ha dichiarato riferendosi alla città di Stoke-on-Trent nello Staffordshire -. Mi criticavano perché dicevano che non giocavo bene e la depressione mi ha colpito. Andare ad allenarsi la mattina era diventato un peso, non volevo giocare e dicevo che ero malato per non andare al centro sportivo. Dopo gli allenamenti, invece, chiudevo la porta e le finestre e restavo nel buio della mia stanza a pensare quanto fossi inutile e che non ce l'avrei fatta a superare il momento".
Poi il tracollo e la decisione: "Pensavo le cose più brutte. Lì nella zona non sono poche le persone con tendenze suicide. Stavo male, ma trovai la forza di parlarne con il manager e chiedere una pausa perché ormai ero entrato in un circolo vizioso pericoloso". Nel 2007, infatti, Pericard venne arrestato due volte, prima per aver mentito su chi fosse davvero al volante della sua auto dopo essere stato fermato per eccesso di velocità, e poi per dei problemi avuti con il braccialetto elettronico al polso. Gli ultimi anni della carriera li ha passati in serie minori inglesi.