Poche ore prima della gara col Southampton Piero Ausilio torna a parlare della questione Icardi e della posizione di De Boer. "Con Maurito il caso è chiuso, ha cinque anni di contratto e non ci sono altre parole da aggiungere", ha spiegato il ds nerazzurro. "Le difficoltà di de Boer erano prevedibili essendo arrivato al'ultimo momento - ha aggiunto -. L'Inter deve ragionare partita dopo partita, inutile fare programmi".
Dopo la bufera sollevata dal libro di Icardi, Ausilio getta acqua sul fuoco sulla querelle tra la Curva Nord e l'attaccante argentino, smentendo qualsiasi indiscrezione di mercato riguardo Maurito. "C'è solo una partita cui pensare, Icardi compreso - ha spiegato -. La multa ad Icardi? Non posso dire quale sia la cifra, è una cosa seria quella che riguarda la multa, e oltre alla multa ci sono tante cose che riguardano comportamento e dichiarazioni, che lui deve rispettare. L'ha capito e già da stasera ci auguriamo di vedere il miglior Icardi in campo".
Poi sulla gara col Southampton: "Abbiamo la fortuna di giocare subito ed è importante venendo da risultati negativi. Oggi è quasi da dentro o fuori: dobbiamo vincere e facendolo potremmo dire la nostra anche in Europa League". Quanto a De Boer, Ausilio non si sbilancia, ma palesa una perplessità sulla scelta dello staff del tecnico olandese: "Baresi nello staff sarebbe stata una buona idea, de Boer ha ritenuto sufficienti le due persone che ha nello staff e da quel punto di vista il mister è convinto che bastassero loro".
Infine sulla società, accusata di essere un po' assente. "Siamo soli? Ci piace. I cinesi sono appena arrivati, provano a starci vicini. Una proprietà straniera non può esserci sempre, ovviamente - ha spiegato Ausilio -. In questi giorni abbiamo lasciato tanto parlare ma le cose non sono così: lunedì mattina abbiamo incontrato Icardi. Eravamo io, Zanetti e Gardini, abbiamo deciso insieme, da società unita, abbiamo chiesto un parere da Nanchino e ci hanno assecondato". "La società è presente: se parliamo di quello che era con Moratti, parliamo di un presidente che vive a Milano che è la storia di Milano. Non può essere la stessa cosa ma non significa che non può essere una buona società", ha concluso.