Galliani: "Locaetlli come Rivera"

L'ad rossonero intervistato dal direttore Brachino: "Speravo in un Milan secondo"

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La vittoria contro la Juventus ha confermato il secondo posto in classifica per il Milan di Montella, trascinato dai baby fenomeni Locatelli e Donnarumma. "Più che aspettarmi il secondo posto, ci speravo - ha ammesso Galliani a Tiki Taka -. Lo dico dall'anno scorso che avevamo una rosa superiore alla classifica. Locatelli mi ha ricordato Rivera per il gol alla Juve, spero possa fare la stessa carriera. Donnarumma? E' l'erede di Buffon".

Intervistato dal nostro direttore Claudio Brachino in esclusiva per il programma condotto da Pierluigi Pardo, Adriano Galliani ha elogiato la gioventù rossonera che sta trascinando il Milan in posizioni di alta classifica: "Il gol di Manuel mi ha subito fatto tornare in mente Rivera che nel '61 segnò alla Juventus a diciotto anni. Auguro a Locatelli di ripercorrere quella carriera". Contro i bianconeri però sono state decisive anche le parate di Donnarumma, ancora una volta: "Credo che sarà l'erede di Buffon anche se Gigi è ancora un grandissimo portiere. Mi auguro e sono convinto che sarà un giocatore del Milan ancora per molti anni". Galliani poi ha voluto togliersi un sassolino dalla scarpa guardando la classifica: "Più che augurarmi un Milan secondo a due punti dalla Juventus, ci speravo. E' dall'anno scorso che continuo a dire che la rosa rossonera è superiore alla classifica che avevamo".

Sul Milan giovane e italiano voluto da Berlusconi: “L’idea ci è venuta qualche anno fa quando abbiamo capito che i fatturati dei top club europei erano tali che non si poteva competere con loro se non seguendo questa linea. L’ultimo Pallone d’Oro che ha giocato in Italia è stato Kakà nel 2007 quando era da noi. Una volta tutti i Palloni d’Oro giocavano in Italia, la Serie A era un campionato d’arrivo, adesso è un campionato di passaggio. Quindi abbiamo intuito che se volevamo tornare grandi l’unico modo per farlo era attraverso la ‘cantera’ e abbiamo iniziato quello che si sta vedendo oggi. Purtroppo giocatori da 70-80-100 milioni non possono più essere comprati dai club italiani”.

Sui tifosi che dovrebbero seguire la squadra anche quando le cose non vanno bene: “Dovrebbe essere così però è chiaro che il tifoso vuole vedere vincere la propria squadra, è umano. Evidentemente se il Milan non fosse stato secondo non ci sarebbe stato il tutto esaurito contro la Juve. Milan-Juve è tornata ad essere una sfida di sempre. La Juve è la squadra che ha vinto di più in Italia ma noi siamo la squadra italiana che ha vinto di più in Europa: questa sfida è tornata ad essere una gara tra la seconda contro la prima e ha fatto tornare a San Siro questo pubblico straordinario”.

Sul closing e il cambio di proprietà: “Per quanto mi riguarda non ci penso. Il mio sogno è il Milan, continuo ad andare avanti come ho sempre fatto, bene o male, e così continuerò fino all’ultimo giorno. Non penso assolutamente al closing. Penso al Genoa, al Pescara, al Palermo e penso all’Inter. Tutto il resto viene dopo. Continuo a sognare il Milan, dal giorno in cui non sarò più al Milan penserò ad altri sogni ma al momento tutte le mie energie psico-fisiche sono concentrate sul sogno che sto vivendo. E quel tiro di Locatelli ha assolutamente realizzato un sogno”.

Sul Milan secondo a due punti dalla Juve: “Più che aspettarmelo ci speravo. L’anno scorso sfidavo le ire di tutti i giornalisti perché continuavo a dire che la nostra rosa era superiore alla classifica che avevamo e quindi ci speravo, però francamente non immaginavo una posizione di classifica così importante ad oggi. Le mie esultanze contro la Juve? E’ stato un urlo di gioia ma io sono un grande tifoso, non ho retro pensieri. Le mie due esultanze sono diverse, una in occasione del gol annullato alla Juve e l’altra dopo la grande parata di Donnarumma”.

Su Locatelli: “La prima cosa che mi è venuta in mente è una similitudine con Rivera che nel ’61 segnò alla Juve a 18 anni così come Locatelli. Poi Rivera da quel momento è diventato un campione Locatelli deve ancora fare tutto. Non dico che Manuel è come Rivera che ha giocato nel Milan fino al 1979 e ha vinto lo Scudetto della stella. Auguro a Locatelli di ripercorrere quella carriera”.

Su Locatelli e la crescita con Milan Lab: “Io sono un appassionato pazzo e verifico tutto quello che succede. Dopo ogni partita analizzo gli indici di efficienza tecnica, fisica e motivazionale tramite un software di Milan Lab. Quello che si nota quando un ragazzo della Primavera sale in prima squadra è l’indice di efficienza fisica. La media quando fai bene è intorno a 90 su 100. Quando Locatelli ha iniziato l’indice di efficienza fisica era 70. Grazie al lavoro straordinario di Milan Lab, di Daniele Tognaccini e dei preparatori atletici adesso il ragazzo ha un indice di 91-92, cioè è un giocatore di Serie A. Ha il fisico resistente in grado di giocare nel campionato. Bisogna ricordare sempre tutti questi dati. Noi adesso abbiamo un progetto che si chiama Milan Gold che riguarda i giocatori di maggior talento del settore giovanile: è un programma che ha lo scopo di farli crescere psicologicamente, fisicamente e livello delle motivazioni. Come sempre, nulla succede per caso”.

Sull’attenzione mediatica nei confronti di Locatelli: “Ne ho vista troppa, nel bene e nel male. Ha ragione Ventura che dice che adesso basta una partita buona che sei l’erede di, che meriti la Nazionale, eccetera. Ci vuole molta calma, c’era un vecchio allenatore dell’Inter, Sergio Brighenti, che dei ragazzini diceva sempre ‘devono mangiarne di panini prima di arrivare in Nazionale’. E Locatelli deve ancora fare tantissimo: è un bambino ma è un bambino di talento”.

Su Donnarumma erede di Buffon in Nazionale e alla Juve: “Non scherziamo, Donnarunma è un giocatore del Milan e io mi auguro e sono convinto che sarà un giocatore del Milan ancora per molti anni. Credo che sarà l’erede di Buffon in Nazionale anche se Buffon è ancora un grandissimo portiere. Ha un contratto con la Juve fino al 2018, sta facendo benissimo. La prima partita tra l’altro la giocò contro il Milan e, come per Donnarumma, si capì che era un predestinato. Auguro a Donnarumma di continuare come adesso”.

Sul paragone tra Montella e Mihajlovic: “Montella è un bravissimo allenatore, l’avevamo cercato anche due anni fa ma era vincolato e non è venuto. Grandi onori a Montella ma non mi sento di dare nessuna croce a Mihajlovic, perché questi giovani l’anno scorso avevano un anno in meno. Mihajlovic ha avuto il coraggio di far esordire Donnarumma, quindi io credo che abbia lavorato, abbia fatto crescere questi ragazzi e credo che Montella sia bravissimo a farli maturare. Non farei un parallelismo tra i due”.

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