"Quando smetterò potrei allenare"

"Abbiamo battuto un'Inter in difficoltà, ma non credo che giocassero contro l'allenatore"

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"L'Inter era in difficoltà, lo sapevamo. Hanno buoni giocatori, ma ognuno gioca per sé. Ma mi viene difficile credere che qualcuno giochi contro il proprio allenatore". Fabio Quagliarella ha parlato in esclusiva a Tiki Taka: "Ho sempre avuto allenatori così bravi che quando smetterò magari lo farò anch'io". Sull'addio al Napoli: "Sono state dette cose sbagliate che mi hanno fatto male, avrei voluto chiudere la carriera in azzurro".

All’interno del programma “Tiki Taka – Il calcio è il nostro gioco” è intervenuto l’attaccante della Sampdoria Fabio Quagliarella: “La Juve può sicuramente migliorare e penso che già con il ritorno di Marchisio la Juve cambierà faccia. Il suo è un recupero molto importante per i bianconeri. Come ho visto l’Inter? Sicuramente ci aspettavamo una squadra un po’ in difficoltà. Nei singoli sono una gran bella squadra ma dal campo sembra che ognuno faccia da solo quello che ha nelle corde. Noi l’abbiamo preparata in modo da recuperare subito la palla e lanciare subito le punte, infatti ci sono stati due o tre contropiedi clamorosi".

Contro i nerazzurri proprio Quagliarella ha siglato il gol decisivo: "E' stato un bel risveglio, ero a casa con i miei genitori e mia mamma mi ha preparato una super colazione. Corriamo molto, il mister ci chiede di correre tantissimo, è il nostro modo di giocare. Che allenatore è Conte? Gli allenamenti erano massacranti. L’intensità era altissima e infatti si vedeva poi in partita. Tatticamente e per come prepara le partite per me è un fenomeno. Avevamo molte regole, se ci dava un giorno libero non potevamo uscire da Torino. Si arrabbiava molto, parecchie volte. Dopo una sconfitta con il Milan il giorno dopo ci ha tenuto mezz’ora a parlare prima dell’allenamento. Poi una volta uscendo mi ero un po’ arrabbiato e avevo detto che pescando tra tutti i numeri usciva sempre il 27 che era il mio. I litigi tra i giocatori e i mister? In quel momento ti si annebbia tutto, non stai a pensare alle telecamere. Capisco Insigne perché era l’unico napoletano in campo in Juve-Napoli e penso ci tenesse a restare in campo".

Da lì a giocare contro l'allenatore come spesso si ipotizza però ce ne passa: "A me in carriera non è mai capitato, faccio fatica a pensare una cosa del genere. Non mi viene da pensare di sbagliare apposta un gol davanti alla porta. Icardi? Per lui giocare contro la Samp a Genova è sempre una partita particolare. Io lo considero un grande giocatore, ha avuto delle occasioni per segnare ma per fortuna nostra non l’ha fatto. L’assist di Linetty? Secondo me lui voleva rientrare per calciare, giustamente. A fine partita abbiamo riso e l’ho comunque ringraziato per l’assist".

"Cosa ha significato Maradona per i napoletani? Per noi è un Dio, è tutto. Maradona è Napoli, per me lui è il calcio. Cosa è il gol per me? E’ tutto, è i coronamento di tutto il lavoro settimanale e ti dà la carica per la settimana successiva. L’obiettivo della Sampdoria? Quello sicuramente di non soffrire come l’anno scorso fino all’ultima giornata. Vogliamo giocare un calcio piacevole per far divertire i tifosi il più possibile i tifosi. Differenze tra Mazzarri e Ventura? Sono entrambi bravi. Ho avuto la fortuna di avere tutti allenatori bravi che preparavano le gare in maniera molto dettagliata. Li ho avuti così bravi che forse mi verrà voglia di fare il mister quando smetterò. Il mio addio al Napoli? Quando ho firmato per il Napoli mi ricordo la frase del mio procuratore che mi disse che avrei finito la carriera lì e io pensai che non ci sarebbe stato sogno più bello. Poi è andata in maniera diversa e sono state dette cose molto sbagliate che mi hanno fatto male”.
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