Siviglia-Juve: guerriglia ultrà

Lunedì sera agguato degli ultras spagnoli a quelli italiani in un locale del centro

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Un ferito grave, operato, e ricoverato in terapia intensiva, in condizioni stabili. Più altri feriti, un locale distrutto e tanta paura. E' questo il bilancio della notte di follia a Siviglia, in seguito a un agguato ad opera di un gruppo di 40-50 ultras spagnoli ai danni dei tifosi della Juve nella serata di lunedì alla "Taberna el Papelon", a due passi dal centro città. Per fortuna il clima è tornato sereno per la partita del Sanchez Pizjuan.

In questa stagione a Siviglia si sono verificati incidenti tra tifosi anche in occasione delle partite contro Lione e Dinamo Zagabria; lo scorso anno scontri tra ultras per la sfida contro il Manchester City. "Torna la Champions a Siviglia e altri nuovi scontri alla vigilia della partita", scrive eldesmarque.com.

Nella 'Taberna El Papelon' stava cenando un gruppo di tifosi bianconeri quando intorno alle 23.00 nel locale c'è stata l'irruzione di una quarantina di ultras del Siviglia al grido di "Hooligans Sevilla", che hanno attaccato il gruppo di sostenitori della Juve. Il ferito più grave è un cittadino belga di origini italiane, colpito al petto e ad una gamba con una bottiglia rotta: è stato operato, ed è stabile. La polizia ha già sentito i testimoni e sta continuando nelle indagini per capire le dinamiche dell'accaduto.

La Juventus verrà scortata, come di consueto, verso lo stadio Sanchez Pizjuan. La situazione all'esterno dello stadio non presenta criticità. I tifosi vengono controllati dagli steward mentre la polizia è dispiegata in forze, ma non ci sono avvisaglie di problemi. Il clima è disteso.

La polizia aveva già attivato il piano di sicurezza speciale per Siviglia-Juventus. Le forze dell'ordine hanno riferito di essere arrivate sul luogo in tre minuti dopo lo scoppio dei tafferugli, smentendo le ipotesi dei ritardi nei soccorsi.

La Polizia ha identificato alcuni degli ultras del Siviglia che hanno aggredito i tifosi della Juve, attraverso il fermo di alcune persone all'esterno del locale negli attimi successivi all'agguato e grazie anche alle telecamere. Restano aperte le indagini della polizia scientifica. Secondo la delegata del governo centrale, l'aggressione è avvenuta nei confronti di "dieci, dodici tifosi della Juventus da parte di 40-50 persone della 'Biris Norte'".

Il presidente del Siviglia José Castro ha condannato con fermezza le violenze. In un'intervista a SFC Radio ha rilasciato le seguenti dichiarazioni: "Quanto successo non è in accordo con il sentimento dell'essere del Siviglia. Questo club ha lavorato molto e bene per essere rispettato, conosciuto per i risultati sportivi e non per gli incidenti come quelli di lunedì sera. Vogliamo solo che si parli di calcio, essere qui a parlare di altro che non sia la qualificazione agli ottavi è una barbarità". Poi ha proseguito: "Vale la pena che presunti tifosi, perché non lo sono, rovinino quanto di grande avverrà oggi?. Non possiamo far altro che collaborare con i corpi di sicurezza. Si è trattato di violenti, non sappiamo chi siano, ma danno cattiva luce al club e alla città".

Claudio Raimondi ha raccolto altre testimonianze da parte di persone presenti al momento dell'aggressione: "All'improvviso si è scatenato l'inferno, volavano tavoli e spaccavano bottiglie, qualcuno ha tirato fuori anche mazze da baseball. Io ho avuto paura di morire e mi sono buttata per terra. Dopo c'era sangue dappertutto, e un ragazzo sembrava molto grave. La rissa è durata circa 10 minuti, uno dei camerieri del locale era disperato. I soccorsi sono arrivati tardi, venti minuti dopo, eppure il personale del locale ha chiamato subito polizia e ambulanze".

Come raccolto da Claudio Raimondi, inviato per Premium Sport, all'esterno della Taberna Papelon, da testimoni oculari, la situazione è stata davvero drammatica: "Sono arrivati in tanti, incappucciati e coi passamontagna. Alcuni erano armati con spranghe e altri oggetti contundenti. Tiravano pietre. I tifosi della Juve erano all'interno del locale in maniera assolutamente tranquilla. Poi è scoppiato l'inferno, è stato un agguato. C'era tanto sangue per terra, il tifoso più grave aveva ferite importanti. Il problema è che sia la polizia che le ambulanze sono arrivate in ritardo".

È un tifoso belga di 25 anni, di origini italiane, il tifoso juventino ferito negli scontri con gli ultrà del Siviglia. Come riporta l'Ansa, fa parte del gruppo di tifosi dei Drughi del Belgio. Sono stati medicati in ospedale, e poi dimessi, anche altri due tifosi juventini che, secondo quanto appreso, non sono stati identificati.

Arrivano aggiornamenti circa la dinamica dell'agguato dei tifosi del Siviglia ai supporter bianconeri. Come riportano l'Ansa da fonti investigative torinesi, in contatto con i colleghi presenti a Siviglia, gli ultrà erano "armati di spranghe e bottiglie, a volto coperto. Si è trattato di un vero e proprio agguato".

È stato operato nell'ospedale Virgen del Rocio e le sue condizioni sono considerate serie ma stabili e in evoluzione favorevole il tifoso juventino residente in Belgio ferito questa notte negli scontri provocati da ultrà spagnoli nel centro di Siviglia. Il giovane, riferisce il Diario de Sevilla, ha riportato due ferite da taglio all'addome e ad una gamba, probabilmente inferte con una bottiglia.

Il Siviglia ha diramato un comunicato ufficiale sul proprio sito e sui propri profili social con il quale condanna fortemente gli episodi avvenuti nella notte: "Il club ha fornito alle autorità di polizia tutte le informazioni a propria disposizione sugli autori dei fatti. Il Siviglia vuole dimostrare la propria energica condanna ai deplorevoli fatti che nella notte hanno visto protagonisti alcuni sostenitori del club. Il club tiene a sottolineare come questi personaggi non rappresentano i valori di tolleranza e rispetto tipici della nostra società e della nostra tifoseria". Il comunicato si conclude con un invito ai tifosi a non macchiare il nome del Siviglia in Europa.

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