Il Milan sta passando in mano ai cinesi e Van Basten è già nostalgico. L'olandese, in un'intervista a La Gazzetta dello Sport, ha ammonito: "Non posso pensare ai cinesi padroni di Inter e Milan, due società così gloriose devono restare agli italiani. Non è solo una questione di fascino e storia, di Moratti o Berlusconi. C'è anche la passione: non ha prezzo. No, il Milan ai cinesi proprio non mi va giù".
Con Berlusconi ha avuto sempre un ottimo rapporto: "L'ho chiamato per i suoi 80 anni, era un po' preoccupato perché doveva andare negli Usa per l'operazione al cuore. Il Milan del presidente Berlusconi ha fatto la storia del calcio, gli sarò sempre grato di avermi dato la possibilità di far parte di quella squadra".
Marco continua a guardare il mondo Milan: "Sa che cosa mi mette più tristezza? Vedere San Siro mezzo vuoto. Una cosa inconcepibile ai miei tempi. Era una bolgia contro il Napoli, ma pure se c’era l’Empoli. E le cose non vanno meglio negli altri stadi italiani, quasi tutti rimasti agli Anni 90. Al Milan mancano i grandi giocatori, ma pure una struttura moderna".
A Zurigo ha appena incontrato Capello e ha parlato con lui di Ibrahimovic: "Potrei definirlo il mio erede. È più forte fisicamente, io lo ero più col pensiero e anche tecnicamente. E poi secondo me ha sbagliato a cambiare così tante squadre. Conta pure il cuore, non solo il portafogli".
Elogi anche per Belotti: "Non l'ho ancora visto, ma sono curioso. Del Torino sapevo di Immobile. In Italia avete una grande tradizione sui bomber, per l'esplosione di un nuovo Vieri è solo questione di tempo. Magari lo è già Belotti".