La rivoluzione d'inverno della Juve ha dato la svolta. Da quando Allegri ha scatenato i cavalli della sua macchina più offensiva, quella che prevede Cuadrado, Dybala e Mandzukic alle spalle di Higuain, con Pjanic e Khedira davanti alla difesa, i bianconeri hanno raccolto tre vittorie senza tanta storia contro Lazio, Milan e Sassuolo. Sei gol fatti e uno solo subito. Abbastanza per decretare il successo di questo nuovo modulo, il 4-2-3-1, e ritenerlo pronto anche per la Champions League.
Tutto a posto, dunque? Mica tanto. Perché se è vero che lo stesso Allegri non si è sbilanciato sull'uso incondizionato delle sue bocche da fuoco, lo è altrettanto che per metterle in campo contemporaneamente ci deve per forza essere un sacrificato di lusso. Negli ultimi tempi è stato Claudio Marchisio, fermato da un leggero infortunio, ma quando la Juve avrà tutti gli uomini a disposizione, non sarà facile lasciarlo fuori per scelta tecnica. Stesso discorso per uno a scelta tra Khedira e Pjanic, anche perché escludere Cuadrado, o Mandzukic, vorrebbe dire snatutare il modo di giocare che tante soddisfazioni ha regalato finora. Insomma, l'impressione è che il 4-2-3-1 possa essere una soluzione, un'alternativa, ma non la base su cui fondare la Juve dei prossimi mesi. Un bel "problema", che tanti collegi di Max vorrebbero sicuramente avere...