Nel giorno dell'addio a Michele Scarponi il ct azzurro Davide Cassani ha toccato i cuori delle migliaia di persone presenti ai funerali con un discorso da brividi. "Ciao Capitano". Il ct ha poi deposto sulla bara una maglia della nazionale: "Non ti avevo mai convocato ma venerdì ci eravamo parlati e ti avevo detto che avrei avuto bisogno di te a Innsbruck nel 2018. Tu hai sorriso. Questa è la maglia, tu al Mondiale sarai uno dei nostri".
Lungo, articolato, toccante. Il ct Cassani ha ripercorso la carriera di Scarponi sottolineandone le vittorie, la capacità di sacrificarsi, l'umiltà e la grandezza nel fare da gregario a Nibali. Con Ballerini e Bettini Scarponi aveva partecipato a due Mondiali con la maglia dell'Italia, con Cassani non c'era stata occasione. Ma si sarebbe presentata l'anno prossimo, nonostante l'età: sarebbe stato un tassello fondamentale secondo il ct. Che ha chiuso il suo intervento con un toccante parallelo con Eddy Merckx, che ha fatto giungere le proprie condoglianze proprio attraverso le parole di Cassani.
"Ciao, capitano. Ieri sono venuto a trovarti e ho visto la maglia di campione italiano del 1997 (il campionato italiano Juniores, ndr). Quando sei diventato professionista ti sei messo a disposizione di Cipollini. Ha vinto delle belle corse, hai vinto un Giro anche se non lo sentivi tuo ma hai indossato la maglia rosa l'anno successivo.
Sei sempre stato un capitano dentro. Ha sfidato così a lungo Nibali che ne sei diventato il gregario. La cosa incredibile però è che sei morto da capitano come lo sei sempre stato. Quando Nibali ha vinto il Giro c'era la tua firma, l'hai aspettato dopo essere transitato primo sul Colle dell'Agnello e Valverde non ha vinto per colpa tua. Valverde l'altro giorno ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi e appena ha vinto ha pensato a te e ha pianto perché gli mancavi e manchi a tutti quanti. Oggi qui c'è anche Peter Sagan, che è campione del mondo, ed è qui non come campione del mondo, ma perché è tuo amico e piange come tutti.
Io non ti ho mai dato la maglia azzurra. Te l'avevano data Ballerini e Bettini, ma ne avevamo parlato e ti ho tenuto in considerazione. Ti avevo chiesto di dirmi quando ti sentivi pronto, ma ultimamente non lo eri e non ti sentivi in grado di dare una mano alla squadra. Venerdì ci siamo parlati e mi hai chiesto 'Cassa, per quanti anni devo correre ancora?'. E io ti ho risposto: 'L'anno prossimo ai Mondiali di Innsbruck ho bisogno di uno come te'. Tu hai riso ed era un sì.
Io ti saluto a nome del gruppo, abbiamo perso il miglior uomo della nostra famiglia: tu avevi sempre il sorriso e riuscivi sempre a sdrammatizzare. Sei e resterai sempre il nostro capitano. E io ti porto la maglia azzurra, che non è un regalo, ma un riconoscimento per tutto quello che hai fatto. Tu ai Mondiali sarai uno dei nostri. Ieri mi ha chiamato Eddy Merckx per fare le condoglianze a noi e alla tua famiglia: tu non hai vinto quanto lui, ma per come lavoravi e per la tua serietà sei stato esattamente come lui".