Comincia la stagione 2016-'17, 1 luglio: Roberto Mancini è l'allenatore dell'Inter. 7 agosto 2016: Mancini esonerato, arriva Frank De Boer. 31 ottobre 2016: esonerato De Boer, l'Inter affidata (temporaneamente) a Stefano Vecchi. 8 novembre 2016: l'Inter annuncia il nuovo allenatore, è Stefano Pioli. 9 maggio 2017: esonerato Pioli, sulla panchina torna Stefano Vecchi, per le ultime tre gare di campionato. La prossima stagione, vedrà un nuovo titolare della rovente panchina nerazzurra.
Breve resoconto della tormentata stagione interista, la prima marchiata Suning, col definitivo addio di Massimo Moratti; il sostanziale distacco di Erick Thohir, che sarà addio a fine giugno e un primato superato: con cinque allenatori, fermo restando il Vecchi-bis. Nei quasi 20 anni di gestione morattiana, quando arrivare terzi era considerata un'umiliazione (oggi si festeggerebbe in piazza Duomo), la stagione record dei cambi di panchina (1998-'99: Simoni, Lucescu, Castellini, Hodgson) era stata vista come una follia gestionale. I tempi cambiano.
L'Inter ora si affaccia all'immediato futuro: si punta sul ...fascino e sul passato juventino, ovvero Antonio Conte. Curiosamente: anche nel '99, dopo quattro allenatori, si era andati sullo juventino vincente e sicuro, Marcello Lippi, grande progetto di Moratti, lui dalla Juve, con Vieri e Ronaldo. Progetto sfumato per sfortune assortite (il lungo infortunio del Fenomeno, quello breve di Bobo Vieri) e le incomprensioni tra presidente e allenatore, anche -e non soltanto- a proposito di Roberto Baggio.
Ora siamo alla rifondazione vera, questa di Suning, che dopo nove mesi crede di aver compreso i limiti, le potenzialità e le necessità per costruire il progetto futuro. Partendo da Conte. (In seconda battuta, Spalletti). E a proposito di Conte: si è mossa la BBC chiedendo al gruppo dirigente nerazzurro dettagli a proposito del tecnico del Chelsea: no comment da parte interista. Logico.
Continua a leggere su sportmediaset