Di Livio: "Le finali perse non contano, non esistono tabù o maledizioni"

L'ex ala della Juve: "Uomo decisivo? Marchisio entra e la risolve"

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Angelo Di Livio è uno dei pochi giocatori al mondo che può dire di aver vinto la Champions in casa propria. Sì, perché 21 anni fa all'Olimpico di Roma, sua città natale, la alzò al cielo. L'ultima Coppa bianconera, l'ultimo trionfo della Juve in Europa. Da lì, si sa, quattro altre finali maledette: "Ma non è vero che questo incide nella testa dei giocatori. Uno può magari pensarci ma il passato è passato, vai in campo e non esistono tabù o maledizioni. C'entra la convinzione, importa la concentrazione. E soprattutto la forza della squadra".

E di forza questa Juve ne ha tanta. Non solo in difesa: "Inevitabilmente si dice che sarà una partita tra un grandissimo attacco è una altrettanto grande difesa ma non è solo così. La sfida più bella, per me, sarà sulla fascia, lo scontro tra Dani Alves e Marcelo è fenomenale".

Tutti puntano sugli attaccanti, Dybala e Higuain da un lato, Cristiano Ronaldo e Benzema dall'altro. Per Di Livio, però, il protagonista sarà un altro: "Dico Marchisio. Non partirà dal primo minuto ma mi sento che sarà lui l'uomo decisivo".

Infine un pensiero per due grandissimi. Il primo: "Buffon merita il Pallone d'Oro, lo merita indipendentemente dalla Coppa". Il secondo: "Zidane fuoriclasse in campo e predestinato in panchina. Si vede che da allenatore è cresciuto con Ancelotti: il suo Real ha la spietatezza delle squadre italiane".

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