Nel 2015 fece piangere il Napoli e Rafa Benitez prima di perdere la finale di Europa League col Siviglia e cedere Kalinic alla Fiorentina. Dimenticatevi di quel Dnipro Dnipropetrovsk che sfiorò l'impresa, da quel momento in poi sono iniziati i guai per la società ucraina. Dal disinteresse del patron Kolomoisky alla Serie B, passando per svariati milioni di debiti. E il peggio deve venire: la Fifa vuole punire il club con un'altra retrocessione.
Dalle stelle alla stalle in due anni, tanto ha impiegato il Dnipro per toccare l'élite del calcio europeo per poi sprofondare negli abissi dei debiti e delle serie minori ucraine. Nel 2015 proprio la squadra di Dnipropetrovsk sembrava aver aperto definitivamente la frontiera dell'est per il calcio europeo, eliminando il Napoli in semifinale di Europa League e arrendendosi al Siviglia nell'atto finale in Polonia. Un fascio di luce trasformatosi ben presto in un incubo che oggi, a due anni da quella notte, sembra non vedere la fine.
Dopo la retrocessione sul campo di qualche settimana fa che ha fatto seguito alla revoca della licenza Uefa per i problemi finanziari, la Fifa ha ordinato un'ulteriore declassazione - questa volta a tavolino - per la bancarotta del patron Igor Kolomoisky, oligarca che dopo la delusione europea ha deciso di non voler più divertirsi spendendo nel calcio lasciando la società al proprio destino per concentrare i propri finanziamenti ai volontari di contrasto all'esercito filo-russo.
Del resto continuare era pressoché impossibile per il Dnipro con una situazione debitoria di partenza stimata a 1 milione e 800mila euro nel 2016 e decisamente peggiorata nel corso della stagione, fino alla retrocessione sul campo e in attesa della nuova sanzione imposta dalla Fifa che vorrebbe il club in terza divisione. I tempi di Kalinic e Konoplyanka sono lontani anni luce.