E' una sorta di corsa contro il tempo con l'obiettivo di mettersi in tasca 30 milioni entro la fine del mese e la necessità di farlo senza svendere i propri giocatori. Il problema è che più passa il tempo, più la rincorsa diventa complicata e affannosa. Il tutto all'interno di un piccolo paradosso dettato dal FPF. In sintesi: l'Inter, che di soldi ne ha in quantità, deve chiudere il bilancio al 30 giugno senza ammanchi e per farlo deve recuperare, appunto, 30 milioni, frutto dell'accordo trovato mesi fa con la Uefa. Nel caso questi soldi non arrivassero, il club nerazzurro dovrebbe pagare una multa di 6-7 milioni in caso di ammanco fino a 10 milioni e rischierebbe nel caso peggiore l'esclusione dalle competizioni europee 2018/19 se il segno meno, sul bilancio, fosse più importante.
Inutile dire che questi paletti rendano oltre modo complicato il mercato dell'Inter. Da una parte perché chi compra lo fa tenendo i prezzi bassi. Dall'altra perché fino al primo di luglio i nerazzurri non possono muovere foglia in entrata e, pur avendo già avviato trattative varie, rischiano di perdere terreno nei confronti, ad esempio, di Milan e Juve, particolarmente attive in questa fase.
Quindi? Quindi tocca fare gli equilibristi sul filo degli euro, con Perisic inseguito a prezzi di saldo da Mourinho (30-35 milioni l'offerta, 50 la richiesta) e il colpo di mano di Ausilio, pronto a offrire addirittura prolungamento e adeguamento del contratto al croato (che per inciso a Spalletti piace molto). Tutto giusto, non fosse che senza l'uscita dell'esterno offensivo quei maledetti 30 milioni bisogna in qualche modo recuperarli altrove. Dove? Da Jovetic e Banega, ad esempio, per cui però il Siviglia non sale oltre i 18 milioni (altra offerta inaccettabile). Oppure da Brozovic, per il quale l'Everton ha messo sul piatto più o meno la stessa, inadeguata, cifra. L'incasso necessario a evitarsi problemi con il FPF resta quindi, al momento, una chimera e costringe l'Inter a fare conti che non vorrebbe e nemmeno dovrebbe fare.
Il tutto mentre, in entrata, le richieste sono fin troppo alte. Borja Valero a 7 milioni è un'operazione che si può fare e non è troppo onerosa. Skriniar a quasi 28 (di cui 12-13 dalla cessione a titolo definitivo alla Samp di Caprari) è qualcosa che si avvicina molto alla follia. Rudiger, inseguito fino a una ventina di 20 giorni fa, è addirittura un'operazione di cui oggi non vale nemmeno la pena parlare.
Il timore è che alla fine l'Inter sia costretta a scendere a patti con "l'ex amico" Mourinho e lasciare che Perisic scenda giù dalla nave lasciando nel forziere massimo 35 milioni. Un sacrificio che in Corso Vittorio Emanuele nessuno vorrebbe fare, ma che è difficile evitare. Con il tempo che corre veloce e le scadenze che si avvicinano.