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Milan, Pioli chiude il caso telefonini: "Studiavano gli avversari"

Il tecnico rossonero sulla bufera social che si è scatenata dopo Milan-Napoli: "Ripassavano i rivali e le situazioni di gioco"

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Caso telefonini chiuso in casa Milan. A mettere un punto alle polemiche e alla bufera social che si sono scatenate dopo la pubblicazione delle immagini di Biglia, Kessie e Rebic con gli smartphone nello spogliatoio di San Siro prima dell’inizio della gara col Napoli, ci ha pensato il tecnico Stefano Pioli: "Vorrei chiarire - ha dichiarato l’allenatore come riporta il Corriere della Sera - che a proposito dell’uso dei telefoni ho introdotto un regolamento severo che prevede che i giocatori non lo possano usare a pranzo e a cena, così per dire".

"Io accetto senza repliche le critiche per i risultati che noi per primi vorremmo fossero diversi - ha aggiunto Pioli - ma vorrei chiarire che nel prepartita l’uso dei telefoni è consentito ai giocatori per due motivi. Da un lato ciascuno di loro si rilassa ascoltando la propria playlist, fatto che peraltro accade in tutte le squadre d’Italia da quando esistono gli smartphone, dall’altro soprattutto ogni giocatore è tenuto a consultare l’app che lo staff tecnico ha consegnato. Ogni calciatore ha dei video da memorizzare per studiare le caratteristiche degli avversari che gravitano nelle loro aree di competenza. In pratica stavano svolgendo una sorta di compiti a casa".

Lo staff di Pioli ha infatti replicato al Milan l’esperienza già fatta alla Fiorentina, con una app che i giocatori possono usare per rivedere i video di preparazione alla partita, con le fasi di possesso e non possesso palla e tutte le immagini che riguardano gli avversari. Nessuna negligenza da parte dei giocatori dunque, l’accusa di scarsa professionalità viene rimandata al mittente dal tecnico milanista: "Casomai stavano compiendo il loro dovere. Biglia stava proprio guardando i video dell’app relativi a giocatori del Napoli. Incassiamo le censure per i risultati che mi auguro presto arrivino. E capisco che a prima vista certe immagini possano suscitare le reazioni delle ultime ore. Ma se fossi stato certo che i giocatori erano intenti a chiamare o mandare messaggi prima di una sfida importante io per primo mi sarei arrabbiato. Ora non vorrei che il caso diventi più grande di quello che è. Peraltro quando è successo non ero presente: quando entra la tv nello spogliatoio preferisco uscire".

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